Una nuova strage di civili ha insanguinato la Siria nel 63mo venerdi’ di proteste contro il regime: a Hula, nella provincia ribelle di Homs, le forze di sicurezza del regime di Bashar al-Assad hanno ucciso un centinaio di persone, tra cui molti bambini. Sul bilancio preciso del bombardamento condotto dall’artiglieria dopo alcuni scontri alla periferia della citta’ le fonti sono discordanti.

Il Consiglio nazionale siriano, che raggruppa i principali movimenti dell’opposizione, ha parlato di 110 vittime, fra cui 13 bambini, e ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per “accertare le responsabilita”. Di 90 morti, tra cui 25 bambini, ha parlato invece l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Immagini amatoriali postate su YouTube da Hula mostrano i cadaveri insanguinati di bambini in un appartamento, uno dei quali e’ decapitato. Le uccisioni sono proseguite anche nella notte e gli abitanti sono in fuga dal villaggio di Taldau, alle porte di Hula, ha denunciato Rami Abdel Rahman del’Osservatorio per i diritti umani che ha accusato i Paesi arabi e la comunita’ internazionale di essere “complici” di queste stragi. Non ci sono conferme indipendenti sul numero delle vittime a Hula perche’ nella zona non sono presenti giornalisti. Gia’ nell serata di venerdi’ fonti dell’opposizione siriana avevano parlato di una cinquantina di morti. Intanto mezzi corazzati dell’esercito siriano sono entrati per la prima volta ad Aleppo, nel nord, la seconda citta’ del Paese teatro nelle ultime settimane di manifestazioni contro il regime. I blindati hanno disperso migliaia di persone radunate per i funerali di un ragazzo ucciso a colpi d’arma da fuoco.

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