E’ una donna l’insegnante di 26 anni estratta viva dalle macerie a tre giorni dal terribile terremoto che ha colpito la provincia di Van. Gozde Bahar, ferita, è stata immediatamente trasportata in ospedale ad Eercis, la città più colpita dal sisma,

dove è stata ritrovata, secondo quanto riportato da alcune Tv locali. Un vicino di casa della giovane ha raccontato all’Afp che la donna è stata salvata grazie all’ intenso lavoro dei soccorritori, proseguito per tutta la notte. Il terremoto che ha colpito l’est della Turchia ieri ha il suo volto raggrinzito nel pianto e le piccole braccia che sbucano da una maglietta bianca in mezzo ai soccorritori: è Azra, una neonata di due settimane che ha resistito per due giorni sotto le macerie prima di essere salvata assieme alla madre e alla nonna. Il sisma che ha causato diverse centinaia di morti sta creando enormi disagi ai senzatetto che si lanciano in assalti ai camion degli aiuti. In serata si è diffusa la notizia anche di una rivolta in un carcere alla periferia di Van: i detenuti chiedono di essere trasferiti perché il terremoto ha colpito la zona. La piccola Azra è stata estratta dalle macerie di un edificio di sei piani che il sisma ha dimezzato lasciando in piedi e sbilanciati in maniera impressionante, solo i tre superiori. Nel cumulo creato dai tre piani inferiori i soccorritori sono riusciti ad aprire un pertugio da cui, tra gli applausi, stamattina hanno tirato fuori la piccolissima Azra. “Stanno tutte bene”, ha riferito una soccorritrice riferendosi alla neonata, alla madre Semiha di 25 anni, e alla nonna di 61. Le tre sono state ricoverate ad Ankara e la piccola posta in una incubatrice dopo aver passato quasi 48 ore nel freddo di una località, Ercis, posta a quasi 1.700 metri di altitudine. La mamma Semiha era rimasta incastrata con sua madre addosso vicino a una finestra. E’ riuscita a tenere in vita la piccola Azra accanto a sé e, sebbene non si siano fatte prendere dal panico, come hanno riferito i soccorritori, hanno passato due giorni da incubo. Ad estrarre la neonata è stato un soccorritore, che l’ha poi passata ad una dottoressa che l’ha avvolta in una coperta e portata via in ambulanza. Una scena analoga, annunciata dal gracchiare delle sirene delle polizia turca e accompagnata da una fitta pioggia gelida, si è ripetuta poco dopo per il salvataggio della madre e della nonna, imbracate in barelle coperte da manti termici dorati. In serata le tv turche hanno mostrato anche il salvataggio di un ragazzino di dieci anni avvenuto a Van, il capoluogo della provincia colpita dal sisma: l’esile braccio smagrito diceva tutto sulle 52 ore passate sotto il crollo che l’ha sorpreso mentre usciva di casa. E’ stata inoltre annunciata la morte del bambino che era stato salvato ieri e il cui primo piano aveva fatto il giro del mondo perché aveva la mano di un cadavere aggrappata alla spalla. Il sisma di magnitudo 7,2 che ha finora causato 432 morti e più di 1350 feriti secondo il più recente bilancio ufficiale ha fatto crollare 2262 edifici sotto le cui macerie potrebbero esserci centinaia o migliaia di altre vittime o persone intrappolate secondo la Croce Rossa. Non è chiaro se connesso al terremoto, ma a Van, città di 380 mila abitanti, dove sarebbero crollati solo una decina di edifici, in serata è stata segnalata una sparatoria con incendio in una prigione. Nella più piccola Ercis (meno di 100 mila abitanti) si sono viste diverse scene di assalti disordinati a camion che distribuivano coperte e altri aiuti. Lunghe file, ordinate e tenute sotto controllo dai militari, si notano per la distribuzione delle 25 mila tende messe a disposizione dalle autorità turche che hanno rifiutato l’aiuto di Usa, Cina, Giappone e Israele, in quest’ultimo caso per chiari motivi politici legati alla crisi diplomatica con lo stato ebraico. Per Ercis è una città squassata: quasi tutti i negozi sono chiusi, non c’é nessun ristorante aperto, tende sorgono un po’ dovunque in giardini e in altri spiazzi, la gente si scalda con fuochi.

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