NAPOLI – E’ ormai guerra a colpi di ricorsi quella tra i sindacati medici e la direzione generale dell’Asl Napoli 2 nord. Tutto è cominciato quando il Sindacato medici italiani (Smi), mesi fa, aveva portato alla luce la decisione del manager Giuseppe Ferraro di mandare in pensione 33 medici che hanno compiuto 67 anni di età. “E’ illegittimo – aveva detto nell’occasione il vicesegretario nazionale dello Smi, Luigi De Lucia – il rapporto di lavoro termina a 70 anni e noi ci opporremo anche in tribunale a questa assurda decisione dell’azienda.

Chiediamo l’immediata revoca delle delibere e la prosecuzione dei rapporti convenzionali. Se così non sarà ci rivolgeremo alla magistratura competente per il ripristino dei rapporti interrotti e per il risarcimento danni”. E magistratura è stata. Dopo l’intervento dello Smi, il sindacato che riunisce generici e ospedalieri, è stata la volta della Fimmg. Il segretario provinciale, Luigi Sparano, ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti e, intanto, mercoledì 26 settembre, sul ricorso si pronuncerà il Tar. La questione è tutta tecnica: in base all’Accordo collettivo nazionale per la medicina, il rapporto tra camici bianchi in convenzione e aziende cessa al sessantacinquesimo anno di età con la possibilità, su richiesta del medico e approvazione della direzione, di mantenere l’incarico per un altro biennio. Nello stesso accordo però c’é una norma transitoria. Spiega lo Smi, finché non si riunisce una commissione ministeriale ad hoc e non vengono emanati i provvedimenti attuativi su questa materia, i medici possono restare in servizio basandosi sulla vecchia normativa, quindi fino ai 70 anni di età. “E’ l’unico caso simile in Italia – dice De Lucia – In più siamo arrivati ai paradossi: a livello nazionale si alza il limite dell’età pensionabile e si attua una presunta riforma delle cure territoriali per allentare la pressione sui pronto soccorso. A Napoli, invece, con provvedimenti illegittimi, si sbattono fuori dalle aziende dei medici che vogliono continuare a lavorare” Un rischio anche per l’assistenza ai cittadini, denunciano lo Smi e la Fimmg. La zona interessata è tra le più popolose e va da Pozzuoli a Ischia, da Giugliano a Marano, Villaricca e Mugnano, da Frattamaggiore ad Arzano, Casoria e Afragola passando per Caivano, Acerra e Casalnuovo. Tra i pensionati ci sarebbero una ventina di medici generici più ambulatoriali di chirurgia, pediatria, ortopedia, neurologia, odontoiatria, urologia e diabetologia. “Anche in questa occasione – dice il sindacalista – la direzione ha dato prova del suo atteggiamento irriguardoso verso la nostra categoria. Questa attuale direzione non è affidabile e ha dato più volte prova della sua insipienza, è arrivato il momento di dire basta”. “Una decisione sicuramente originale – dice Sparano della Fimmg – è una delibera adottata per ‘eccesso di potere’ dal manager Ferraro”. Sulla vicenda, il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, prova a gettare acqua sul fuoco: “in attesa che il Tar si pronunci sul ricorso, Ferrara rinvii al primo ottobre la cessazione del rapporto di lavoro diventata operativa da lunedì 3 settembre”.

 

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