NAPOLI – Sono ritenuti responsabili di avere svuotato una cappella funeraria nel cimitero napoletano di Poggioreale, fatto sparire le salme di dieci defunti, componenti lo stesso nucleo familiare, e di avere poi rivenduto a privati il manufatto, per 250mila euro, dopo averlo ristrutturato.

I militari della sezione polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito tre provvedimenti restrittivi emessi dal gip del Tribunale di Napoli Roberto D’Auria nei confronti di tre persone. Dei tre uno appartiene a una nota famiglia di impresari funebri partenopei e un altro, fino al maggio dello scorso anno, ricopriva la carica di presidente di una Municipalità di Napoli. Per agire si avvalevano anche della collaborazione di dipendenti comunali, al servizio delle imprese funebri. Le accuse contestate sono distruzione, soppressione, sottrazione e occultamento di cadaveri e falsità materiale e ideologica. La cappella gentilizia è stata sequestrata e perquisizioni sono state eseguite dalla fiamme gialle in abitazioni, uffici comunali e sedi legali di alcune arciconfraternite. La cappella funeraria – attraverso atti falsi – sarebbe stata venduta per circa 250mila euro ad acquirenti privati, in dispregio alle norme. La cifra risultante nell’atto di compravendita, però, era pari a 40mila euro.

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