NAPOLI – “Si estende ormai a tutta Italia la protesta civile dei detenuti che, anche in Campania, stanno portando avanti lo sciopero della fame per protestare contro le condizioni di vita, assolutamente ‘disumane e degradanti’, che si subiscono all’interno degli istituti penitenziari di questo Paese”.

E’ quanto sottolinea, in una nota, Adriana Tocco, garante dei diritti dei detenuti per la Campania. “I Garanti dei detenuti di tutta Italia – dice ancora Tocco – stanno monitorando la situazione e si tengono in stretto contatto tra loro per valutare l’impatto di una iniziativa che non ha precedenti in quanto ad ampiezza e dimensioni. Il garante dei diritti dei detenuti per la Campania nel confermare “l’ampia adesione anche nella nostra regione”, ha precisato “come, in moti casi, i detenuti stiano destinando il cibo non utilizzato alle più vicine Caritas e i proventi del loro lavoro all’interno delle strutture ai terremotati dell’Emilia”. “Purtroppo – prosegue – le condizioni di vita all’interno delle carceri, già pessime, divengono intollerabili durante ondate di caldo africano quali quelle che stanno colpendo l’Italia in questi giorni. Il sovraffollamento, la mancanza di spazi adeguati per ‘l’ora d’arià, la mancanza di qualsiasi iniziativa per riempire il tempo vuoto del carcere, non possono che condurre a tali iniziative, per fortuna non violente ed estremamente civili”. “Come più volte è stato sostenuto in questi ultimi tempi – ricorda Tocco – il carcere italiano necessita di urgenti interventi strutturali, e lo stesso Ministro Severino manifesta seri intendimenti in tale direzione. Ma bisogna far presto. Accanto e prima di un’ampia amnistia, da più parti auspicata, potrebbero essere adottati urgenti provvedimenti di riduzione del sovraffollamento, magari intervenendo sulla cosiddetta legge Cirielli e, soprattutto, sulla ‘Fini-Giovanardi’. Una legge, che – conclude – punisce con il carcere anche il solo consumo di droga, contribuisce per un buon 30% alla popolazione detenuta italiana; una sua modifica in senso meno restrittivo svuoterebbe le carceri italiani in maniera significativa”.

 

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