NAPOLI – Un nuovo identikit, attualizzato ad oggi in base alle moderne tecnologie, per il ricercato Pasquale Scotti. Si tratta, all’interno dell’elenco dei dieci latitanti di massima pericolosita’ indicati dal ministero dell’Interno di quello ricercato da piu’ tempo. Scotti, infatti, e’ riuscito a sfuggire alla cattura, estesa anche in campo internazionale, dalla vigilia di Natale dell’84, da quando evase clamorosamente dall’ospedale civile di Caserta dove era stato ricoverato per ferite alla mano riportate durante un conflitto a fuoco.

Le due immagini create dalla Polizia scientifica di Napoli presentano il latitante cosi’ come potrebbe apparire oggi, una con i capelli bianchi e un’altra con capelli piu’ scuri. Scotti e’ stato un elemento di spicco del cartello camorristico della Nco, capeggiato dal superboss Raffaele Cutolo, di cui e’ sempre stato considerato uno dei ‘fedelissimi’, protagonista della cruenta faida intrapresa negli anni ’80 con clan avversi ricompattatisi nel cartello antagonista denominato ‘Nuova Famiglia’. Pasquale Scotti fu arrestato a Caivano, nel Napoletano, il 17 dicembre del 1983 a seguito di un cruento scontro a fuoco con la polizia nel corso del quale un suo affiliato, Luigi Angelino, rimase ucciso e lui stesso ferito. Era ricercato poiche’ ritenuto il mandante dell’omicidio di una giovane ballerina, Giovanna Matarazzo legata sentimentalmente a Vincenzo Casillo, altro esponente apicale dell’organizzazione criminale cutoliana, vittima, il 29 gennaio 1993, di un agguato di chiara matrice camorristica quando salto’ in aria a Roma mentre era a bordo della sua autovettura imbottita di esplosivo. Nei periodi immediatamente successivi all’arresto, Scotti comincio’ un preliminare percorso di collaborazione con la giustizia iniziando a raccontare dell’organizzazione camorristica di cui era un sicuro protagonista e di quelle antagoniste poi rivelatesi dichiarazioni, secondo la Questura, strumentali al suo premeditato piano di fuga. Dal Natale ’84 si e’ reso latitante, dovendosi difendere da pesanti accuse come omicidio ed occultamento di cadavere. Le ricerche dal 1990 sono state estese anche in campo internazionale ai fini estradizionali; nel 2005 Scotti e’ stato condannato dalla III sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) alla pena dell’ergastolo. Nel corso di questi anni mirate attivita’ di indagine esperite anche in collaborazione con collaterali organismi investigativi di Stati esteri, hanno fornito segnali in ordine alla presenza del ricercato dapprima in Lombardia, successivamente in vari stati del Nord-Est europeo, poi in Paesi esteri dove godrebbe del favorevole ordinamento giuridico e sicuramente di una nuova identita’. Tuttavia, per la Polizia, un chiaro segnale della sua vita ‘nascosta’, lanciato seppur in maniera criptica, lo si e’ ricevuto in occasione della morte del cinquantunenne Giuseppe Scotti, il 27 giugno del 2008, allorche’ un manifesto funerario affisso in tutta la provincia a nord-ovest di Napoli riportava il cordoglio del piu’ noto ed unico fratello maschio, appunto Pasquale Scotti. La polizia ritiene credibile l’ipotesi secondo la quale il ricercato, attraverso persone ritenute di collegamento con il territorio di origine, anche slegate da contesti delinquenziali, possa mantenere contatti con personaggi della sua stessa estrazione criminale, ma soprattutto con la famiglia e l’anziana madre.

 

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