Erano seduti fianco a fianco, gli amici dei sei ghanesi uccisi nella strage di Castelvolturno (Caserta) e gli imputati già condannati in primo grado per quei fatti, nella prima udienza del processo di secondo grado che si é tenuta oggi davanti alla Corte d’Appello di Napoli.

A giudizio ci sono i cinque responsabili della strage di Castelvolturno: si tratta di Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo, Davide Granato, Giovanni Letizia e Antonio Alluce (i primi quattro condannati all’ergastolo in primo grado, Alluce a 23 anni di reclusione). All’udienza ha assistito una delegazione di amici e parenti dei sei ghanesi assassinati il 18 settembre del 2008. Il collegio ha preso atto della morte di Joseph Ayimbora, avvenuta di recente, che era sopravvissuto a quella strage e della prosecuzione dell’azione da parte dei familiari; Ayimbora fu l’unico superstite e soprattutto testimone della strage. Il processo è partito con la lettura da parte del presidente del collegio di una dichiarazione autoaccusatoria scritta a mano da Giovanni Letizia, uno dei killer più efferati dell’ala stragista dei Casalesi capeggiata da Setola, e depositata nei giorni scorsi in cancelleria. Presente in aula anche la responsabile del Centro Sociale “ex canapificio” Mimma D’Amico, già costituitosi parte civile e rappresentato dagli avvocati Francesco Vicino e Luciano Santoianni. “Presenzieremo ad ogni udienza – ha spiegato D’Amico – per impedire che possa essere smantellata la verità su quanto accaduto: una strage razzista di gente innocente”.

 

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