Nell’appartamento di via Dusmet a Primavalle dove si è consumato l’omicidio di Michelle Maria Causo gli inquirenti hanno trovato una pistola giocattolo. Era una copia esattamente identica all’originale. E Oliver D.S. agli inquirenti ha detto che la 17enne ha usato l’arma finta contro di lui: “La pistola era di Michelle e mi ha minacciato, dicendo che l’avrebbe usata”. Per ora non ci sono riscontri alla versione del ragazzo. Ma gli inquirenti hanno chiesto agli esperti di riscontrare quali impronte digitali si trovino sull’arma giocattolo. Le presunte minacce costituirebbero un elemento in più rispetto alla questione dei soldi. E al credito di Michelle nei confronti del ragazzo nato in Italia da genitori originari dello Sri Lanka. Che sarebbe di 20 euro secondo lui. Ammonterebbe invece a più di un migliaio secondo un’amica. L’indagine lavora anche sulle presunte minacce ricevute da O.D.S. Ieri l’ingresso di casa sua in via Dusmet è stato imbrattato con una scritta minacciosa. Che potrebbe essere a sua volta una pista. Nel senso che a prendersela con il ragazzo potrebbero essere i creditori. I quali vorrebbero così dissuaderlo dal collaborare e dal raccontare tutta la verità sull’omicidio. Oliver nel 2021 allora 15enne aveva hackerato il profilo Instagram di una ragazzina. Chiedendo foto da nuda per restituirglielo. Secondo gli avvocati della famiglia nell’omicidio dell’amica non può aver fatto tutto da solo. La prova sarebbe nei video che lo ritraggono mentre porta il cadavere nei cassonetti di via Federico Borgia. Nei 350 metri di tragitto Oliver sarebbe tranquillo e pacato. Con una freddezza incredibile e senza segni di nervosismo. Nemmeno quando si ritrova a calpestare le macchie di sangue che ha lasciato all’andata. Intanto l’avvocato della famiglia Causo Antonio Nebuloso continua a parlare di un delitto senza spiegazioni: “Non c’è motivazione che possa giustificare un delitto del genere. Michelle mercoledì scorso è uscita tranquilla per andare dagli amici, non aveva il pensiero né l’idea che si sarebbe consumato un delitto ai suoi danni”. “Riteniamo che possa essere un’ipotesi plausibile quella secondo cui il 17enne non abbia agito da solo – aggiunge all’uscita della parrocchia di Torrevecchia dove ieri mattina si sono celebrati i funerali della ragazza -. Dal fatto in sé, un omicidio tanto efferato con più di sei coltellate, a tutto ciò che è stato fatto dopo, dal carrello della spesa al trasporto del corpo dal secondo piano. Abbiamo dei forti dubbi. Ma le indagini li chiariranno”. La pista della droga e dei ricatti rimane in piedi.

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