E’ stato convalidato il fermo del 17enne accusato dell’omicidio di Michelle Maria Causo. Il giovane, che deve rispondere di omicidio volontario, è stato portato nel carcere minorile di Casal del Marmo dopo l’interrogatorio del gip durato quattro ore. L’interrogatorio davanti al Gip, al centro di prima accoglienza nella capitale è durato 4 ore. Dalle dichiarazioni del giovane potrebbero essere emersi elementi per fare luce su diversi aspetti ancora poco chiari della vicenda, tra cui il movente dell’omicidio. I funerali di Michelle si svolgeranno mercoledì alle 11 nella chiesa del quartiere capitolino di Primavalle, in via di Torrevecchia. “Mi aveva dato dell’hashish, un paio di canne, e per questo era venuta a casa: voleva 20-30 euro. La discussione è diventata sempre più accesa e io ho poi ho preso il coltello”. Il diciassettenne interrogato per l’omicidio della sua coetanea, Michelle Causo, avrebbe confermato oggi davanti al Gip – secondo quanto si apprende – la versione già resa agli investigatori subito dopo l’arresto. “Mia figlia lavoricchiava, il giorno assisteva i bimbi in piscina, i soldi li aveva. I carabinieri nella sua cameretta hanno trovato 90 euro, perciò questa storia del debito è una stupidaggine. Che fai? Mi ammazzi perché non ti ho dato 40 euro? No, io penso che se sono i soldi che ti interessano tu puoi anche aspettare un giorno. Ma ripeto, Michelle i soldi li aveva”. Così al Corriere della Sera Daniela Bertoneri, la madre di Michelle Causo. “Penso che era tutto premeditato – aggiunge – Lui l’ha chiamata al telefono due volte mercoledì, il giorno in cui è morta. Aveva già quell’intento, evidentemente. E poi a casa non è che di solito si hanno dei sacchi di plastica tanto grandi per l’immondizia. Quello se li era già procurati, io credo”. Ma perché? “Forse mia figlia aveva scoperto qualcosa di losco, quel ragazzo metteva in giro sui social dei video di ragazzine, magari mia figlia voleva proteggere una sua amica da un possibile ricatto. Oppure forse si era invaghito di lei e davanti a un rifiuto l’ha uccisa”. Rispetto al ragazzo sospettato “ci ho parlato alcune volte, mi sembrava a posto. Adesso penso che possa avere davvero un lato oscuro, un’anima nera che non conoscevamo”. La donna ha dubbi che possa aver fatto tutto da solo: “Troppo secco. Come poteva trasportare da solo il cadavere di una ragazza di 60 chili?”. Adesso si aspetta “giustizia, naturalmente”. “Lo Stato deve fare giustizia, altrimenti c’è la giustizia della strada…Perdono? Non esiste perdono per una roba del genere, lo considererei solo se mi portassero indietro mia figlia. Certe cose non passano, io non vivo più”. Così il padre di Michelle Causo, la 17enne uccisa da un suo coetaneo a Roma nel quartiere di Primavalle.

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