Dagli Archivi Vaticani spunta una lettera che apre uno squarcio sulle vicende della seconda guerra mondiale e sulla posizione assunta da Pio XII. Papa Pacelli sapeva dei campi di concentramento e dello sterminio di massa degli ebrei che lì veniva quotidianamente perpetrato. A pubblicare questo inedito documento è ‘la Lettura’ del Corriere della Sera. Il ritrovamento si deve a Giovanni Coco, archivista e ricercatore presso l’Archivio Vaticano, che in una intervista a Massimo Franco rivela: “È un caso unico, ha un valore enorme”. Poi spiega: “Noi cerchiamo di fare chiarezza, anche per comprendere la stagione terribile in cui Pacelli guidò la Chiesa”. E’ evidente che questo scoop riaprirà il dibattito sui cosiddetti ‘silenzi’ di Pio XII e potrebbe anche mettere una ipoteca sulla sua causa di beatificazione. Ma è lo stesso Vaticano che ha scelto la linea della trasparenza prima aprendo gli Archivi di quel periodo e ora portando alla luce questo importante documento. Lo storico afferma di sperare che queste nuove carte “alimentino una nuova consapevolezza e aiutino a fare chiarezza. Abbiamo dibattuto per più di mezzo secolo su documenti e fonti indirette. Ora abbiamo quelle dirette, e altre probabilmente emergeranno. Noi ci sforziamo di renderle il più possibile accessibili a tutti, perché si capisca la stagione terribile nella quale Pio XII ha guidato la Chiesa. Deve emergere tutto, senza paure né pregiudizi. È quanto stiamo facendo negli ultimi anni qui all’Archivio”. Affermazioni in linea con la scelta del Prefetto dell’Archivio, mons. Sergio Pagano, che Franco ha incontrato in questa circostanza. Se da un lato questa nuova scoperta evidenzia che la storia di quegli anni, con riferimento particolare a quanto fece o non fece il Vaticano, è ancora tutta da scrivere, dall’altro è segno del clima di terrore e minaccia che arrivava fino al Sacro Palazzo. L’inserto ‘la Lettura’ del Corriere pubblica al proposito la fotografia di un pugnale con incisa la svastica nazista. Fu trovato nell’appartamento di Pio XII. dal suo successore, Papa Giovanni XXIII, che chiese spiegazioni all’allora sostituto della Segreteria di Stato monsignor Angelo Dell’Acqua, il quale non sapendo nulla dell’oggetto “si rivolse a suor Pascalina Lenhert, l’oracolo di Pio XII, la sua governante. E suor Pascalina rivelò che il pugnale era stato portato in udienza da un membro delle SS che lo doveva usare contro Pio XII. Ma il soldato si era ravveduto e ne aveva fatto dono al Papa”. Lo rivela, nella stessa intervista a Franco, l’archivista e ricercatore Coco. Pio XII era stato sollecitato da Myron Taylor, rappresentante personale del presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, a dire parole forti sulla persecuzione degli ebrei. Ma non lo fece. Per lo storico vaticano “influirono anche altri timori: in primo luogo la possibilità concreta di rappresaglie naziste contro i cattolici polacchi, il suo gregge di fedeli. Avrebbe significato recidere i rapporti con i vescovi di quella comunità già sotto il tallone nazista. E poi, in larga parte del mondo vaticano ristagnava il pregiudizio contro gli ebrei non solo sul piano religioso, ma talvolta anche antisemita”.