Patrick Zaki, condannato in via definitiva martedì a tre anni di carcere, ha ricevuto la grazia presidenziale. Lo hanno reso noto le autorità egiziane. Il ricercatore ha già scontato 22 mesi in carcere. Lo studente dell’università di Bologna è accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” e di avere scritto un articolo nel 2019 sulle discriminazioni subite dai copti egiziani. Patrick sarà rilasciato in giornata. Meloni: “Grazie ad Al Sisi per questo gesto importante”. “Da Roma un contributo decisivo”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. La madre di Zaki ha detto di prevedere che il figlio venga rilasciato “fra un po’” e direttamente da questo edificio senza ulteriori passaggi procedurali né a Gamasa né a Mansura. Il rilascio, dunque, dovrebbe avvenire non nel pomeriggio, come si era vociferato, ma prima. La donna è con George, il padre di Patrick, entrambi in attesa in piedi accanto ad alcune auto. “Voglio ringraziare Al Sisi per questo gesto molto importante, è sempre stato disponibile e attento fin dal primo incontro”, sono state le prime parole del premier Giorgia Meloni, che ha annunciato per giovedì l’arrivo in Italia dello studente: “Gli auguro una vita serena. Grazie anche a intelligence e diplomatici, non abbiamo mai smesso di lavorare su questa questione”. La grazia concessa a Zaki è frutto di una “lunga e costante trattativa” tra il governo italiano e quello egiziano, che ha visto protagonisti il premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha svolto diverse missioni in Egitto in questi mesi, e l’Aise, l’agenzia di intelligence che si occupa dell’estero. Ecco come è stata resa nota la notizia. Il “Presidente Abdel Fattah al-Sisi usa i suoi poteri costituzionali ed emette un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer, in risposta all’appello del Consiglio dei segretari del Dialogo Nazionale e delle forze politiche”. E’ ciò che ha scritto su Facebook un componente del Comitato per la grazia presidenziale egiziano, Mohamad Abdelaziz. Appena 24 ore prima, al termine dell’udienza a Mansura, in Egitto, Zaki era stato condannato a tre anni e portato via dall’aula attraverso il passaggio nella gabbia degli imputati tra le grida della madre e della fidanzata che attendevano all’esterno. Considerando la custodia cautelare già scontata, lo studente avrebbe dovuto trascorrere altri 14 mesi in cella. Ma la grazie del presidente avrà effetto immediato, come confermato da Muhammad Abdelaziz. Nell’ambito dello stesso provvedimento, Al Sisi ha concesso la grazia anche a Mohamed Baqer, un avvocato per i diritti umani. La gioia del governo italiano è stata subito espressa dal ministro degli Esteri. “Grazie alla politica estera del governo abbiamo dato un contributo decisivo per liberare il ricercatore egiziano Patrick Zaki, a cui oggi il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, ha concesso la grazia. Risultati concreti attraverso il lavoro e una credibilità internazionale”, ha scritto su Twitter Antonio Tajani. “Voglio esprimere la gioia di tutto il Senato per questo risultato. Voglio ringraziare tutti quelli che si sono spesi in questi anni per questo risultato. Ci tenevo a esternarlo all’Assemblea”. Così il senatore del Pd Filippo Sensi ha interrotto i lavori dell’Aula del Senato per comunicare la notizia. Un lungo applauso di palazzo Madama ha accompagnato queste parole. Si è associato anche il senatore Giulio Terzi a nome di Fratelli d’Italia che ha intestato al governo il risultato: “Grande soddisfazione”, ha detto. Immediato anche il commento del sindaco di Bologna, Matteo Lepore. “E’ una grande gioia per Bologna, spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick Zaki, Amnesty, il rettore, la professoressa Rita Monticelli, i governi che si sono succeduti e anche l’ultimo governo, che ha dialogato con l’Egitto. Per ora mi fermo qui, attendiamo altre notizie e speriamo che Patrick possa lasciare il Paese per averlo qui, è una grande gioia per Bologna, lo voglio ripetere”, ha detto. Per tenere sempre accesa la luce su questa vicenda, instancabile è stato il lavoro di Amnesty International. “Se ieri era un giorno catastrofico, oggi è un giorno di felicità”, ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “E’ importante che Patrick torni a essere libero. Auspichiamo, se questo provvedimento non lo contempla, anche che sia abolito il divieto di viaggio. E questa piazza che si sta riempiendo al Pantheon, se un’ora fa era preoccupata, ora è una piazza felice”, ha aggiunto.