Il racconto dei minorenni che si prostituivano è credibile. E’ scritto nella consulenza della procura, acquisita giorni fa dal tribunale di Nocera Inferiore nell’indagine concentrata su un giro di ragazzi minorenni – “baby squillo” – che si prostituivano tra Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino. Il documento riferisce modalità e contorni degli episodi ricostruiti dai carabinieri della tenenza di Pagani, con la verifica dell’attendibilità dei ragazzi minorenni, oggi parte offese nel processo. L’udienza è stata riaggiornata al prossimo 14 giugno, per valutare anche il caso di uno dei ragazzi, imputato per la procura dei minorenni in un procedimento connesso, con l’accusa di lesioni. Avrebbe picchiato uno dei genitori che scoprì che sua figlia, anch’ella di età minore, era dedita alla prostituzione.
Tra gli imputati, invece, c’è un uomo di Pagani, accusato di sfruttamento della prostituzione per aver “concesso”, secondo le accuse, un casolare di campagna per gli incontri tra i giovanissimi e i clienti. Insieme a due di questi, anche loro imputati. Una prima fase dell’indagine si era conclusa, invece, con sentenze di patteggiamento e contestuale risarcimento per quattro imputati. I minori offrivano le loro prestazioni attraverso annunci sul web, con una clientela divisa tra l’Agro nocerino e la Costiera, ma anche in zone dell’Irpinia. L’imputato di Pagani, 56 anni, avrebbe sfruttato le prestazioni di quel gruppo di minorenni, che si concedevano in cambio di soldi e altre regalie. Nell’offrire il casolare, avrebbe avuto in cambio tra i 20 e i 30 euro a prestazione. La prossima udienza valuterà il caso di una delle vittime, indagate in un altro procedimento, che gli permetterà, qualora dovesse essere sentito, di avvalersi della facoltà di non rispondere.