BATTIPAGLIA – Rapporti intimi nel suo ufficio in municipio in cambio di lavoro: a Giovanni Santomauro, sindaco di Battipaglia (Salerno), la Dda contesta anche due episodi di concussione sessuale. Le vittime sono due donne, una delle quali straniera, entrambe madri separate e in difficoltà economiche.

Le vicende sono ricostruite, anche grazie alle intercettazioni ambientali, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Dolores Zarone su richiesta dei pm Rosa Volpe e Rocco Alfano. Il primo episodio risale all’aprile del 2010; la donna straniera è interessata alla concessione di un chiosco nella zona balneare di Battipaglia; per due volte Santomauro la riceve in ufficio e, lasciandole intendere di aiutarla a ottenere la concessione, le impone di avere rapporti sessuali. Grazie alle “cimici” nascoste nella stanza, gli investigatori possono ascoltare le conversazioni in diretta; la donna, in particolare, cerca di commuovere il sindaco: “Tu lo sai, io ho due figli e devo pensare a loro, io sono da sola… Non è che vado là schiava, perché fare la schiava di altri, guardare la gente guadagnare i soldi e io sto sempre disperata…”. Il secondo episodio risale all’ottobre dello stesso anno. In questo caso la donna è un’italiana, madre di una bambina e terrorizzata dall’idea che l’ex marito le porti via la figlia a causa della sua situazione di indigenza; la donna aspira a un posto in un call center e quando Santomauro la spinge ad avere un rapporto sessuale prova in tutti i modi ad allontanarsi. “No, stai fermo! No, Giovanni, no, ti prego! Adesso basta, eh, io apro la porta! Mi fai passare?”. Il sindaco, tuttavia, riesce a vincere le sue resistenze. Così la malcapitata racconterà l’episodio agli investigatori: “Abbiamo effettivamente avuto un rapporto fisico che io ho assolutamente subito, non trovandomi nella necessaria condizione di serenità per compiere una libera scelta: in quel periodo ero terrorizzata di poter perdere l’affidamento di mia figlia per insufficiente capacità reddituale. Dopo questo episodio ce n’é stato anche un secondo, dopodiché ho sempre rifiutato di recarmi nell’ufficio del sindaco”.

 

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