Nella mattinata odierna, la Sezione Operativa della DIA di Salerno ha eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Corte di Appello di Salerno nei confronti di S.R., imprenditore pregiudicato già operante nel settore delle onoranze funebri, elemento affiliato allo storico clan camorristico “Marandino”, tuttora attivo a Capaccio-Paestum e in altri Comuni della Piana del Sele.
Il provvedimento odierno scaturisce dal decreto di sequestro, per la confisca, dei beni riconducibili al predetto (due società, un vasto complesso immobiliare, auto di lusso, rapporti bancari, per un valore di circa 3 milioni di euro), emesso dal Tribunale di Salerno-Sezione Misure di Prevenzione ed eseguito sempre dalla DIA il 20 marzo dello scorso anno, nei confronti di S.R. e di alcuni terzi interessati. Al riguardo, particolare significato era stato attribuito all’analisi del contenuto dalle investigazioni condotte, nel 2014, dalla Squadra Mobile della Questura di Salerno, al termine delle quali S.R. era stato tratto in arresto, unitamente ai vertici del locale clan camorristico Marandino, perché ritenuti organici a un’associazione di tipo mafioso dedita alle estorsioni, mediante condotte poste in essere con l’aggravante del metodo mafioso. In tale ambito, il Tribunale di Salerno aveva evidenziato significativi elementi di responsabilità a carico di S.R. sia nella partecipazione alla citata consorteria di camorra, sia nel tentativo di estorsione perpetrato dal medesimo nei confronti di un imprenditore locale, anch’egli titolare di una ditta di onoranze funebri, settore particolarmente delicato in cui il clan aveva deciso di investire, al fine di creare una sorta di monopolio nei territori di Agropoli e Capaccio-Paestum. Per la vicenda in argomento, S.R. è stato condannato in primo grado, con pena ridotta in Appello e confermata di recente in Cassazione, per il reato di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Avverso il decreto di sequestro in argomento era stato proposto ricorso in Appello; in particolare, anche sulla scorta di mirati approfondimenti condotti dalla DIA, l’Autorità giudiziaria locale aveva evidenziato l’effettiva sussistenza, nella disponibilità del proposto e con riferimento al periodo in cui poteva essere qualificata la pericolosità sociale dello stesso, di ulteriori e significativi beni. Al termine dell’udienza camerale, la Sezione delle Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Salerno ha emesso il provvedimento patrimoniale odierno, con cui ha disposto il sequestro della villa appartenente a S.R. e ubicata nel Comune di Capaccio-Paestum, per un valore di circa 800.000 euro. Con lo stesso provvedimento è stata anche disposta la restituzione alla coniuge delle partecipazioni societarie nella ditta di onoranze funebri con sede nello stesso comune, nonché a S.R. del capitale sociale della O.n.l.u.s. a lui riferibile, operante nel settore dei servizi di trasporto mediante ambulanza con sede legale ad Agropoli. Al termine delle operazioni, tutti i beni sottoposti a confisca sono stati messi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario, nominato dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.

 

 

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