Due medici, tra cui il primario dell’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, Luciano Brigante, ed una caposala, agli arresti domiciliari e un altro sanitario dello stesso nosocomio sospeso per nove mesi dal servizio, sono i destinatari dei quattro provvedimenti eseguiti oggi dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Salerno. L’inchiesta avviata nell’aprile 2015 ha consentito di individuare un sistema concussivo che sarebbe stato messo in atto da personale sanitario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale salernitano e del Fukushima Brian Institute, clinica privata di San Rossore (Pisa). A Salerno, Avellino e Pisa, i militari hanno eseguito la misura cautelare personale emessa dal gip presso il tribunale di Salerno. A tre persone viene contestata la concussione, a una quarta l’omessa denuncia e abuso d’ufficio. Ai domiciliari, con l’accusa di concussione, Luciano Brigante, cinquantenne di Avellino, primario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Salerno; Gaetano Liberti, neurochirurgo all’Università di Pisa e la caposala del reparto di neurochirurgia del Ruggi, Annarita Iannicelli, 48enne salernitana. Renato Saponiero, 59enne direttore del Dipartimento di neuroscienze e patologie cranio-facciali dell’azienda ospedaliera salernitana, a cui viene contestato il reato di abuso d’ufficio viene contestato di non aver controllato la regolare gestione delle liste d’attesa e degli interventi chirurgici. Secondo l’accusa, il primario di neurochirurgia dell’ospedale di Salerno utilizzava il reparto da lui diretto per eseguire – come riferisce la Procura di Salerno – ”interventi chirurgici dissimulati come prestazioni intramoenia utilizzando l’ospedale come clinica privata, percependo indebiti compensi non dichiarati spesso oggetto di contrattazione con il paziente”. .

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