SALERNO – Potrebbe essere stato ucciso per “questioni personali” Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, ridente paesello nel Cilento, assassinato la sera del 5 settembre 2010 con sette colpi di pistola esplosi mentre il primo cittadino stava tornando a casa a bordo della sua macchina.
Questo almeno secondo le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia che indica anche il nome del presunto killer: Bruno Humberto Damiani, soprannominato “‘o brasiliano”, il cui nome venne fuori pochi giorni dopo il delitto. A dare notizie sulle rivelazioni del pentito è il Procuratore della Repubblica di Salerno, Franco Roberti, che ora ha avviato le indagini per valutare l’attendibilità delle parole pronunciate dal pentito. Secondo indiscrezioni trapelate a Salerno, la “gola profonda” avrebbe riferito che, in ambienti della malavita salernitana, un parente di Damiani si sarebbe vantato del delitto compiuto dal suo congiunto per questioni di natura personale. Sul conto di Damiani si sa che è partito per il Sud America tempo dopo il delitto. E’ tuttora latitante perché ricercato per reati legati al mondo degli stupefacenti e per un tentativo di estorsione. Di fatto il ‘brasiliano’ è stato il primo sospettato dell’omicidio di Vassallo, ma nei suoi riguardi non furono raccolti elementi in grado da far avanzare l’inchiesta nei suoi confronti. Fu anche sottoposto all’esame del guanto di paraffina per individuare eventuali tracce di polvere da sparo ma il test diede esito negativo. Tra i moventi ipotizzati dagli investigatori nell’arco di questi due anni la pista sugli “stupefacenti” era stata battuta, ma senza portare a conferme di rilievo. Secondo alcune testimonianze, infatti, pochi giorni prima di essere ucciso, Vassallo potrebbe aver avuto una discussione con alcuni spacciatori che operavano nella zona di Pollica nel periodo estivo e nelle zone della movida costiera. E, secondo alcune ipotesi, Damiani potrebbe aver avuto contatti con il mondo della spaccio proprio in quella zona. Comunque, le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo non hanno finora portato a nulla di concreto e sono state caratterizzate da mezze verità, silenzi e illazioni. La dinamica dell’omicidio del “sindaco pescatore” evidenziò che, forse, l’assassino conosceva la sua vittima: Vassallo, infatti, si sarebbe fermato davanti al killer mentre era nella sua Audi. Abbassò addirittura il finestrino. Poi l’omicidio con nove colpi di calibro 9. Sette proiettili lo raggiunsero. Il suo corpo senza vita fu trovato diverse ore dopo. Un lasso di tempo che consentì al sicario di far perdere le tracce.