“Rispetto al primo film ‘La mia prima volta’ che la vedeva protagonista, la partecipazione di Sara Tommasi alle scene hard del film ‘Confessioni private’ sembrava passiva”. É quanto ha riferito nel corso della sua testimonianza l’ispettore della polizia Postale di Salerno, Marco Ciullo, che assieme al collega Michele Angelotti quest’oggi è stato ascoltato nella seconda udienza dinanzi alla terza sezione penale del tribunale di Salerno del processo per il presunto stupro di gruppo ai danni della soubrette Sara Tommasi. Sul banco degli imputati il manager Vincenzo Di Federico, gli attori Fausto Zulli e Pino Igli Papali, e il regista Max Bellocchio. Il produttore del film Giuseppe Matera sarà giudicato con rito abbreviato il prossimo 10 aprile. La polizia postale di Salerno venne delegata dalla procura della Repubblica assieme ai carabinieri ad effettuare le indagini. In aula quest’oggi non era presente la grande accusatrice, come pure tre degli imputati che sono a piede libero. Vi era solo l’ex manager Federico Di Vincenzo, ai domiciliari, che nel corso del dibattimento ha reso dichiarazioni spontanee sulle tecniche utilizzate nei due film hard girati da Sara Tommasi. Nel corso dell’udienza è stato anche ascoltato don Michele Barone, consulente spirituale della show-girl, conosciuto come “il prete dei vip”, il quale ha dichiarato in una lunga deposizione che Sara Tommasi, nei mesi precedenti alla partecipazione del film girato nel Cilento e anche successivamente, viveva un grave disagio psico-fisico. Don Michele ha ricordato un viaggio effettuato a Medjugorje con la show-girl e la mamma. A deporre, infine anche Antonio Salimbene, proprietario del relais di Buccino (Salerno), dove vennero girate le scene di “Confessioni private”, il quale si è soffermato sullo stato psico-fisico di Sara Tommasi. Il dibattimento è stato aggiornato al prossimo 7 maggio, quando saranno ascoltate Sara Tommasi e la madre, Cinzia Cascianelli.

 

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