Si è conclusa, a Salerno la prima udienza del processo di appello (presidente Russo, a latere Castelluzzo e Ferrara) sul termovalorizzatore, vicenda per la quale l’ex sindaco di Salerno e attuale presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca è stato condannato, in primo grado, ad un anno di reclusione (pena sospesa) per abuso d’ufficio e che ha messo in moto il meccanismo della legge Severino. Nello specifico, il processo riguarda la nomina di Alberto Di Lorenzo a project manager per il termovalorizzatore di Salerno da realizzarsi in localita’ Cupa Siglia, che nel 2008 era nelle competenze di Vincenzo De Luca in quanto commissario e incaricato dal governo. L’udienza è entrata nel vivo dopo che la Corte ha ricostruito nel dettaglio i fatti. Secondo le memorie difensive, la figura del project manager, sulla quale si basa il processo, esiste e De Luca, allora commissario, ha agito in deroga ai poteri che aveva per la carica che ricopriva, “operando – come ha sottolineato il suo legale, l’avvocato Paolo Carbone – nel rispetto della legge. Noi – ha rimarcato l’avvocato Carbone – sosteniamo in maniera assoluto l’insussistenza sia dell’ipotesi dell’abuso in atti di ufficio sia del peculato. Siamo sereni e tranquilli. Il 15 gennaio il presidente De Luca renderà dichiarazioni spontanee. Siamo fiduciosi nella giustizia e in questo collegio”. Con lui ci sarà anche De Lorenzo che, difeso dall’avvocato Arnaldo Franco, rilascerà dichiarazioni spontanee come il governatore.

 

 

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