Gioca con le parole come nessun’altro. Con genialità e intelligenza. Alessandro Bergonzoni è unico nel suo genere. Inimitabile. Irripetibile. Stasera la sua fantasia surreale e incontenibile andrà in scena nella suggestiva cornice del teatro Romano di Benevento, nell’ambito della rassegna “Benevento città spettacolo”.

L’appuntamento è per le 21.30 (ingresso 15 euro). Bergonzoni presenterà “Urge”, il suo ultimo (solo in ordine di tempo, direbbe lui), scritto ovviamente da lui, regia sempre di lui medesimo con Riccardo Rodolfi.  Un allestimento che già dal titolo vuole chiaramente segnalarci un’allerta, una necessità artistica senza sosta e senza indugi. Ma cosa “Urge” a Bergonzoni, che arriva a questo nuovo testo dopo il pluripremiato “Nel”? Sicuramente segnalarci delle differenze che se trascurate possono realmente cambiare il senso delle cose, come quella tra sogno e bisogno. Ma anche dimostrare che la comicità è fatta di materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato.

 

Per dare l’idea dello spettacolo non possiamo che usare le parole del suo autore e interprete. “Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità, scavando il fosse, usando il confine tra sogno e bisogno (l’incubo è confonderli). Come un intimatore di alt, come un battitore di ciglia che mette all’asta gli apostrofi delle palpebre, come l’inventore del cuscino anticalvizie o del transatlantico anti agressione, come chi è posseduto da sciamanesimo estatico, a suon di decibellezze da scorticanto, come giaguaro che diventa uno degli animali più lenti se in ascensore e come lumaca che diventa uno dei più veloci se in aereo, così tra tellurico e onirico, tra lo scoppio delle alte cariche dello stato (delle cose), tra me e me, in uno spazio da antipodi, in un limbo dell’imparadiso (infermo di mente piu’ che fermo di mente), ho avuto un sentore: urge”.

cyrano

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