I fischi? “Li prendeva anche Godard che considero il mio maestro e li ho sempre presi dall’inizio della mia carriera, già da quando avevo 18 anni”, dice Philippe Garrel commentando risatine e buu con cui la stampa ha accolto ieri sera, nella prima proiezione riservata, il suo film Un ete brulant,

in concorso ieri alla Mostra del cinema di Venezia e in uscita in Italia in autunno distribuito da Wave. Preannunciato come scandaloso, per un nudo integrale della morbida Monica Bellucci, per la differenza d’età tra i due protagonisti, il geloso marito di lei interpretato da Louis Garrel, di 19 anni più giovane, e per le scene dei tradimenti dell’inquieta moglie che finirà per lasciarlo, gettandolo in una disperazione totale che lo porterà al suicidio.

Il risultato è niente di scandaloso, piuttosto una gran noia. Ammette Monica Bellucci, i capelli neri lisci ormai lunghissimi, tailleur scuro e maglietta bianca, ieri sul red carpet della Sala Grande alle 22, due ore prima del marito Vincent Cassel tra gli attori di A dangerous method di David Cronenberg, anch’esso in concorso: “Quella scena di nudo integrale è stata una generosità verso il film. Avevo partorito da un mese e mezzo ed ero in un momento fragile come donna, ma quando accetti un film ti affidi al regista e io ero felice di essere stata scelta da Garrel di cui rispetto l’universo artistico, che può essere radicale, si può amare oppure no, ma resta unico. Mi sono affidata a lui, il nudo è abbandonarsi e per quella scena mi sono sentita protetta, rispettata, Philippe ama i suoi attori, li cura e li tutela”.

Il nudo, lei distesa sul letto, evoca vagamente Courbet e la sua scandalosa Origine del mondo e infatti il regista doppio Leone d’argento (Les amants reguliers e J’entends plus la guitare), classe 1948, cita il pittore realista francese per difendere la scena secondo alcuni gratuita: “Il nudo offende da sempre, ma è tutto collegato all’arte” e spiega che Un ete brulant è un rifacimento del Disprezzo di Godard che considero un maestro come Bergman e Antonioni.

Nella storia di questa donna infelice e del suo marito pittore possessivo per il quale ha voluto il figlio Louis, tra i giovani talenti del cinema francese, Garrel sostiene di “rappresentare l’animo femminile che noi uomini non possiamo capire completamente e se questo divide la platea va bene: il non conformismo fa nascere il film, é quello il mio approccio al cinema e l’arte per me che sono ateo è l’unica religione”. Monica Bellucci racconta Un ete brulant come “un’esperienza unica.

 

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