Centodiciassette riproduzioni di dipinti e affreschi di Leonardo da Vinci, Caravaggio e Raffaello danno vita alla ‘Mostra Impossibile’ inaugurata oggi nel Complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli.

Al taglio del nastro, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’assessore alla Cultura del Comune Nino Daniele, il direttore del Centro Rai di Napoli Francesco Pinto. La mostra che è visibile fino al 21 aprile 2014 è realizzata in collaborazione con la Rai ed è ideata da Renato Parascandalo. ”Questa esposizione – ha detto il sindaco de Magistris – mette insieme la storia, le nuove tecnologie, la conosce nza e la didattica. E’ una mostra dell’impossibile che si poteva realizzare solo nella città della complessità come Napoli”. Una mostra che – ha sottolineato il primo cittadino – ”fa comprendere quanto noi puntiamo su cultura, turismo e conoscenza” e punta i riflettori anche sul Complesso di San Domenico che vogliamo far diventare – ha aggiunto de Magistris – uno dei polmoni culturali di Napoli ”e che è stato restituito alla città dopo un’opera di recupero realizzata dall’Amministrazione comunale e dalla Soprintendenza”. Le opere esposte sono riprodotte in scala 1:1 e – come spiegato – sono ”ad altissima risoluzione”. Nelle sale del complesso di San Domenico Maggiore i visitatori potranno ammirare 63 opere di Caravaggio, 37 di Raffaello tra cui ‘La scuola di Atene’ e 17 di Leonardo tra cui ‘L’ultima cena’. L’inaugurazione è stata arricchita da un messaggio del presidente della Rai Anna Maria Tarantola che ha sottolineato come ”mettere a disposizione di Napoli e, soprattutto, degli studenti la Mostra Impossibile è una meritoria operazione culturale. La mostra – si legge nel messaggio – permette di vedere l’intera opera di Leonardo, Caravaggio e in gran parte di Raffaello in un unico luogo e consente di toccare con mano le differenze di stile, di scuola, di cultura e l’evoluzione del percorso pittorico di questi tre grandi maestri”. Tarantola ha inoltre sottolineato che mettere a disposizione le riproduzioni ”è per la Rai il modo di intendere il ruolo di servizio pubblico”.

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