L’idea è nata per caso, su Facebook. In un post, tempo fa, Alberto Salerno, tra i più grandi autori italiani, scrisse questo: ”Perchè non facciamo un movimento per liberare la musica oggi bloccata dai network e dai talent?”. Detto, fatto. É nato, così, proprio su Facebook’ ‘MuoviLaMusica’: un ‘palco’ dove gli artisti emergenti possono esibirsi, confrontarsi. Soprattutto, farsi conoscere. In pochi giorni sono stati oltre seimila gli iscritti ed è stata anche fondata l’associazione no profit ‘MuoviLaMusica’. Ci sono gruppi di riferimento in ogni regione e il prossimo 15 novembre, in Campania, si terrà il primo evento.
Salerno, autore di brani cult come ‘Io vagabondo’, ‘Donne’, ‘Terra promessa’, lo dice senza riserve: ”Ho 63 anni e dalla musica ho ricevuto tanto, tantissimo. E così ho pensato fosse giusto fare qualcosa per gli altri. Questo progetto lo faccio per chi, ragazzi e non, spera di avere un futuro nella musica ma è fuori dai sistemi dei network e talent”. Perchè il problema è proprio questo, per Salerno, ”la musica in Italia è bloccata, incatenata”. ”Io non ho nulla contro i talent – spiega all’ANSA – però, santo cielo, se ci fossero anche trasmissioni alternative in grado di far sentire una musica diversa, non sarebbe affatto male”. E visto che al momento non ci sono, ecco cosa ha pensato il gruppo di MuoviLaMusica. ”Cercheremo di finanziare concerti live degli artisti che meritano – spiega Salerno – e attiveremo anche il ‘baratto”’. E così, un batterista potrà dare una mano ad un gruppo che invece presterà un bassista, per fare un esempio. Ogni regione ha, ad oggi, una pagina Fb gestita da referenti regionali che seguono gli artisti emergenti del territorio; sulla pagina del Movimento c’è, invece, una vera e propria ‘bacheca ascolti’ dove gli artisti postano i loro brani e si fanno ‘ascoltare’. ”Oggi un De Gregori come potrebbe farsi conoscere?”, si chiede Salerno. Ed è anche per questo che, sempre tramite le pagine Fb, il gruppo MuoviLaMusica fornisce anche consigli tecnici. Un punto, però, Salerno lo chiarisce: ”Non siamo una casa discografica”. ”Noi cercheremo piuttosto di fare da ponte con i network, le web radio, tutti i canali possibili per fare in modo che tali artisti emergenti possano uscire allo scoperto”, chiarisce Salerno. ”Oggi è difficile, molto difficile fare musica in questo Paese – conclude – per mille ragioni, la pirateria, la politica che non ci sostiene. Un esempio, per suonare dal vivo, con meno di 200 persone, sono necessarie 12 certificazioni, che aggiungere altro? Lo ammetto, se io avessi 20 anni forse me ne andrei dall’Italia. Ma voglio crederci ancora nella musica. E voglio aiutare il più possibile chi, alla musica, ha deciso di dedicare la sua vita”.