Sono tre ”aperture strategiche” quelle delle tre domus inaugurate oggi dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, negli Scavi di Pompei. Le case della città antica saranno visitabili fino al primo maggio, poi la Soprintendenza si è impegnata a trovare nuovi accordi con i sindacati, reperendo altro personale, per coprire i turni anche per gli altri mesi dell’anno. A spiegare i criteri che hanno guidato la Soprintendenza nella scelta dei rapidi restauri effettuati da marzo ad oggi, è stato il soprintendente Massimo Osanna. ”Quando sono arrivato, il 5 marzo scorso, ho deciso di attuare una politica di fruibilità del sito, per offrire il massimo alla grande affluenza di visitatori”. Le Domus di “Romolo e Remo” e di “Trittolemo”, ha spiegato Osanna, ”avevano elementi che si prestavano a positive considerazioni: erano domus aristocratiche, si trovavano nelle vicinanze dell’ingresso e anche presso i grandi santuari di Venere e di Apollo”. Ma, entrambe erano state molto danneggiate nei bombardamenti del 1943, più volte restaurate e mai aperte. La terza Domus, di Marco Lucrezio Frontone, è stata aperta ”perché non richiedeva grandi risorse”. La Domus di Romolo e Remo nasce nel II secolo a.C. in un quartiere prestigioso della città, nei pressi di una delle porte urbiche, vicino al Foro e a importanti santuari. L’impianto è quello tipico delle case aristocratiche dell’epoca. L’abitazione, scavata nel biennio 1871-72, restituì, tra l’altro i corpi di 5 individui, uno dei quali stringeva nella mano destra un sacchetto con numerose monete d’oro, argento e bronzo e portava nella sinistra un anello d0’oro e uno di bronzo. Il nome della casa deriva da un affresco che rappresenta la Lupa che allatta Romolo e Remo, distrutto nel corso dei bombardamenti degli Alleati. L’esistenza di un secondo affresco perduto, rappresentante ancora Romolo, nonché la sigla Fa.H incisa sull’anello di bronzo di una vittima, portò a ipotizzare che nel 79 d.C. la casa appartenesse a membri della illustre gens Fabia, cui spettava l’onore di far parte dell’antico collegio sacerdotale dei Luperci. La Domus di Trittolemo è situata di fronte alla Basilica e confinante col Santuario di Apollo. Era già dal II secolo a.C. una sontuosa casa a due atri e due peristili, composto da un settore di rappresentanza e da uno privato. Inserita in un isolato occupato fin dal III secolo a.C., si trasforma dopo l’80 a.C. in un’unica proprietà, annettendo la vicina casa di Romolo e Remo. Le modifiche strutturali e il rinnovamento degli apparati decorativi testimoniano ancora oggi la ricchezza e l’importanza del ruolo del suo proprietario, forse uno dei notabili della colonia silana. La Domus di Marco Lucrezio Frontone sorge lontano dalle prime due, lungo il vicolo perpendicolare a Via di Nola. E’ una delle più raffinate case ad atrio di Pompei, il cui impianto originario risale al II secolo a. C. e, a partire dall’età augustea (fine I sec. a.C.-inizi I sec. d.C.) fu abitata da una delle famiglie più importanti della città. Le iscrizioni elettorali rinvenute sul prospetto durante gli scavi suggeriscono il nome del proprietario: Marcus Lucretius Fronto che aveva intrapreso una brillante carriera politica. Per la ricchezza dei mosaici e degli affreschi, la domus sarà visitata solo ”a scaglioni” e all’interno, sarà sempre presente un custode per impedire ai turisti di sedersi o appoggiarsi ai preziosissimi reperti.