NAPOLI – La rassegna Teatri di Pietra in Campania 2012, nel suggestivo sito di Villa Imperiale Pausilypon a Napoli, proseguirà, domenica 5 agosto 2012 alle ore 21.30, con Voci – Medea, il nuovo lavoro della Compagnia Aleph. La rappresentazione, diretta da Paola Scoppettuolo, è liberamente ispirata a Medea. Voci, romanzo pubblicato nel 1996 dalla scrittrice tedesca Christa Wolf. Il romanzo nasceva dalla chiara volontà dell’autrice di riscattare la figura mitica di Medea, dai tempi di Euripide in poi considerata personaggio perfido, dedito alla magia occulta e infanticida.
Christa Wolf recuperava, così, fonti antecedenti la tragedia euripidea per ritrovare la visione di una Medea di origini “barbare”, dedita ai riti della madre terra, inerme di fronte a una nuova società ricca, razionale e patriarcale quale la società greca che la voleva come capro espiatorio. Una donna troppo legata alla vita e all’idea dei figli come bene supremo per arrivare a ucciderli. Il romanzo allora era affidato alle “voci”, alle testimonianze di chi aveva conosciuto e intessuto rapporti personali con questa donna dalla forte personalità. Brillante ispirazione per Paola Scoppettuolo e la sua Compagnia Aleph, impegnate nell’ideazione di performance che percorrano il Mito attraverso la sperimentazione di forme di teatro danza, per ricondurre teatro e danza alle antiche origini cosparse di sacralità. Voci – Medea porterà sul “palcoscenico” naturale di Villa Imperiale Pausilypon le sfaccettature di una personalità complessa, tanto ancestrale quanto contemporanea, affidate a “corpi-voci” che ne tracceranno le linee essenziali. Sull’elaborazione musicale di Daniele Martongelli, Marta Scarsella nel ruolo di Medea, Viviana Prunesti nel ruolo di Glauce, Giacomo Galfo nel ruolo di Giasone, Chiara Manservigi, Denise Donniacuo, Cristina Napoletano e Giulia Catania nel ruolo delle voci faranno riaffiorare impetuosamente i ricordi dolci e dolorosi della donna-mito, rivissuti e reinterpretati in chiave contemporanea. Il ricordo della passione per Giasone, uomo di cui è follemente innamorata, che segue nella ricca città di Corinto, cui dà due figli. Il ricordo del tradimento del suo amato con la giovane figlia del re Creonte, Glauce. Il ricordo della maternità, del concepimento come atto naturale scaturito dall’amore. Tutti monologhi che ricalcheranno la frammentarietà della vita di Medea, testimonianze individuali che ne accentuano la solitudine. La messa in scena si avvale dell’allestimento sonoro della parola a cura di Marialisa Monna – Emmebifactory, il disegno luci di Daniele Martongelli, i costumi di Paola Scoppettuolo.