Sono più di 300 i milioni di euro destinati alle grandi opere pubbliche del territorio casertano. Soldi incagliati da un articolato e pachidermico sistema burocratico. Fondi che potrebbero creare almeno trentamila posti di lavoro, fra lavoratori diretti o dell’indotto.

Una boccata d’ossigeno per un’economia che fa registrare da anni un continuo arretramento. Sono questi i dati presentati nel corso dell’incontro Il territorio, la legalità, il lavoro e noi, tenuto questa mattina nel Complesso Museale di San Leucio e promosso dalla Feneal Uil Campania. Diversi i motivi di blocco denunciati dal sindacato. Esigua consistenza delle casse comunali, regionali, crisi di liquidità dello Stato centrale, scelte governative degli ultimi vent’anni indirizzate a favorire il nord del Paese, sprechi della Pubblica Amministrazione, costi della politica, stringenti vincoli imposti dal Patto di Stabilità e ingovernabilità a tutti i livelli politici e decisionali. “I dati della crisi fotografano chiaramente la drammaticità dello stato in cui versa il settore edile, che da sempre ha rappresentato in altre fasi un elemento anticiclico. La fine di tante imprese e le difficoltà che tanti lavoratori hanno e avranno, anche nel percepire gli ammortizzatori sociali, impongono un intervento urgente”, ha commentato così Anna Rea, Segretario Generale Regionale Uil Campania. Due sono i punti su cui intervenire secondo la Federazione Nazionale dei Lavoratori Edili Affini e del Legno: creazione di una banca dati presso la Camera di Commercio Provinciale, dove le stazioni appaltanti possano inviare i bandi delle gare e aggiornarle progressivamente, in modo da facilitare l’individuazione degli elementi critici per la realizzazione delle opere, e i loro motivi ostativi; creare un nucleo permanente di lavoro presso la Prefettura, utile per rimuovere gli ostacoli individuati grazie al funzionamento di quella banca dati. Due interventi che garantirebbero maggiore trasparenza nelle operazioni di assegnazione dei fondi, di mantenimento degli impegni e corretto funzionamento del mercato. Tra gli esempi illustrati l’intervento più rilevante è rappresentato dal recupero dei Regi Lagni, che interessa l’area che si estende dalla zona nord di Napoli a quelle interne della costiera casertana. Il finanziamento complessivo raggiunge 230 mln di euro, frutto di un finanziamento da parte dell’Unione Europea pari a 146.648.000,00 , di un co-finanziamento nazionale di 61.571.000,00 e di una compartecipazione regionale di importo pari a 21.781.000,00 . L’intervento di recupero si concentrerà, in particolare, sull’adeguamento e ristrutturazione degli impianti di depurazione regionali di Napoli Nord, Acerra, Cuma, Foce Regi Lagni e Marcianise. Il sindacato, nel dossier, ha messo in evidenza come i progetti presi in considerazione siano messi in discussione della delibera n 14 emanata dal Cipe il 17 giugno 2013. Con tale atto il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica di fatto potrebbe annullare tutte le opere che non siano dichiarate cantierabili. “Rivedere questa posizione diventa di prioritaria importanza, poiché buona parte dei soldi destinati alle grandi opere andrebbe persa – ha sottolineato Luigi Ciancio, Segretario Generale della Feneal Uil Campania -. Questi fondi rappresentano l’ultima speranza per il meridione intero. Il loro fallimento avrebbe ricadute inimmaginabili sull’intera nazione”. Infine il capitolo Enti locali. Secondo quanto riportato nel Dossier al 30 settembre 2013 solo 1 dei 104 Comuni di Terra di Lavoro ha presentato (e non ancora approvato) il Piano Urbanistico Comunale in linea con i dettami stabiliti nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia. Entro il 24 gennaio 2014 tutti i Comuni dovranno avere approvato i Puc, altrimenti saranno bloccate tutte le licenze di costruzione. Un’ulteriore scure che si abbatterebbe su un comparto che rappresenta il 22% del Pil provinciale.

 

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