Accordo di Telefonica con Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo per salire dal 46 al 65% di Telco che controlla il 22,4% di Telecom.Un’operazione che prevede un’ opzione per gli spagnoli a salire a breve termine fino al 70% e sposta di 6 mesi la finestra per dare le disdette al patto Telco. Il prezzo pattuito, secondo quanto si apprende è di, 1 euro per azione.
A rassicurare nel frattempo sul fronte caldo dei possibili esuberi ci ha pensato direttamente l’amministratore delegato Marco Patuano, intenzionato a non licenziare ”proprio nessuno”. La Borsa deve aver intuito l’accelerazione e il titolo è rimbalzato (+3,4%) tra una ridda di voci, ma con gli occhi puntati sul rilancio da parte del gruppo guidato da Cesar Alierta per il controllo della holding cui fa capo il 22,4% di Telecom. Una girandola di incontri ha avuto come perno Mediobanca dove si è presentato anche Marco Fossati, che è stato aggiornato sul prospettato accordo in qualità di secondo azionista di Telecom, dopo Telco, con quasi il 5%. Piazzetta Cuccia ha riunito il comitato parti correlate mentre Intesa ha affrontato la questione in un consiglio di gestione straordinario. E un passaggio formale deve aver coinvolto anche Generali. Intesa, Mediobanca e il Leone hanno rifiutato nelle ultime settimane una proposta del socio spagnolo di Telco per parte delle quote, mentre ora l’offerta dovrebbe prevedere l’acquisto, anche se in due fasi, di tutte le quote degli azionisti italiani della holding e anche del debito (prestito dei soci e prestito bancario). Da Madrid nessun commento, ma oramai i giochi appaiono fatti e sarà rispettato il termine del 28 settembre per uscire dallo stallo. La disdetta al patto della finanziaria potrebbe tuttavia slittare per dar modo a Telefonica di mandare in porto l’intera operazione che interesserebbe anche Tim Brasil. Cdp si chiama fuori: ”siamo una società con missione pubblica che utilizza risorse private. Il risparmio postale è la maggior fonte della nostra provvista, dobbiamo gestirlo oculatamente e questo fa si che molte delle cose che Governo e Parlamento ci chiedono non le possiamo fare”, ha affermato il presidente Franco Bassanini.