Si è tenuta stamani l’Assemblea di Confcommercio-Imprese per l’Italia all’Auditorium della Conciliazione, con la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricevuto una standing ovation dei presenti all’assemblea. Presente anche il ministro delle Imprese Adolfo Urso. “Il ruolo economico e sociale del commercio, dei servizi di prossimità sempre più si scontra col preoccupante fenomeno delle chiusure delle attività nelle città, dai centri storici alle periferie. La riduzione del numero di negozi, negli ultimi undici anni, ha addirittura superato in alcuni territori il 25%”, ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea generale della confederazione, sostenendo che “il rischio di desertificazione commerciale è alla fine una ferita per l’idea di cittadinanza”. Ma, aggiunge, “va livellato il campo di gioco: stesso mercato, stesse regole, amministrative o fiscali che siano”. Sul fisco “penso alla Global minimum tax, per la quale occorre un deciso impegno europeo: resta determinante per raggiungere una giusta tassazione delle grandi multinazionali, delle grandi piattaforme digitali globali”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea generale della confederazione. “Lo ripetiamo ancora una volta – prosegue Sangalli -: non è equo e non è giusto che un imprenditore, piccolo, medio o grande che sia, debba pagare le tasse tutte e subito, mentre questo non vale per le grandi piattaforme digitali”. Nei settori del commercio, degli alberghi, dei pubblici esercizi, la quota di lavoratori stranieri regolari è pari ad oltre il 10 per cento”, ha evidenziato Sangalli nel corso della sua relazione. Sangalli: ‘Contratti validi per tutti, meglio del salario minimo’. “Di responsabilità comune c’è bisogno per contrastare una volta per tutte, anche con interventi normativi, il dumping contrattuale, i contratti pirata. La responsabilità comune, dunque, nel rafforzare il ruolo della contrattazione esercitata da chi realmente rappresenta il mondo del lavoro e il mondo delle imprese. Di questa contrattazione, va affermata la valenza erga omnes”, ovvero la validità generale, questa “è la risposta più efficace alla questione del salario minimo”. Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea generale della confederazione, sottolineando che il Ccnl del terziario è “un buon contratto”. Perché, spiega, “interpreta le trasformazioni profonde del nostro tempo. È espressione concreta di responsabilità, e viene applicato, nel 2023, da oltre il 93% delle aziende italiane del terziario”. Sangalli parla di “un buon contratto, all’insegna della responsabilità” anche per quello siglato, la scorsa settimana, dalla Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. Sangalli: ‘Occorre il taglio strutturale del cuneo fiscale’ “Occorre proseguire nella riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Bisogna farlo con misure strutturali, confermando, intanto, per il 2025, i tagli fin qui operati, nonché i connessi interventi sul fronte Irpef”. Lo rimarca il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea generale della confederazione, che si tiene alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il fisco, afferma inoltre Sangalli, è un tema che “da tempo meritava un ridisegno complessivo con la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti, la certezza del diritto. Il percorso attuativo della riforma deve necessariamente ‘fare i conti’ con il ‘sentiero stretto’ della finanza pubblica e con la disciplina di un rinnovato Patto europeo di stabilità e crescita. ‘Nessun pasto è gratis’: è, allora, necessario razionalizzare la struttura della spesa pubblica e, in particolare, riordinare le spese fiscali”. “Il commercio, radice tra le più antiche della civiltà europea, costituisce un pilastro del modello sociale del continente, oltre che un motore decisivo, imprescindibile, dell’economia. E’ stato un elemento generativo della società moderna”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’assemblea della Confcommercio a Roma. “Il commercio – ha aggiunto – è libertà. E’ veicolo di libertà. Libertà di fare. Libertà di scambio. Libertà di impresa. Di scelta per i consumatori. Volontà e capacità di corrispondere ai bisogni delle persone, delle famiglie”. “Il commercio è servizio alla coesione sociale, spinta allo sviluppo. Strumento essenziale per obiettivi come la sostenibilità ambientale. Palestra per l’integrazione, come testimonia la presenza, significativa, di aziende guidate da immigrati da altri Paesi. Per la legalità: il commercio è termometro dello stato di salute di una società”,ha evidenziato Mattarella, che poi ha ringraziato i commercianti per quanto fatto durante l’emergenza Covid. “Il commercio in Italia è stato colpito severamente dalla contrazione dei consumi, dovuto alle crisi che abbiamo attraversato, a partire da quella del Covid per giungere alla aggressione russa all’Ucraina, con ripercussioni sulla rete distributiva al dettaglio. La Repubblica ricorda e deve conservare memoria. Questa è l’occasione per rinnovare la riconoscenza per quello che avete fatto nei momenti più duri della pandemia, quando le nostre società erano paralizzate, le strade deserte: i negozi aperti sono diventati presidi della resilienza collettiva, anticipatori di quella ripartenza che poi è avvenuta. Grazie per quanto avete fatto in quel frangente, grazie per quello che siete”, ha affermato il capo dello Stato. “La nostra Costituzione riconosce il valore dell’iniziativa economica privata. Le costrizioni, le posizioni dominanti, il dirigismo finiscono sempre per invadere anche il campo di altre libertà, indebolendo così la stessa democrazia. Memorabile rimane la battaglia parlamentare, condotta da Luigi Einaudi alla Assemblea Costituente, per inserire norme che impedissero pratiche di favoritismo statale nei confronti di privati e categorie: a tutela della concorrenza, quindi della libertà di impresa e di scelta di tutti”, ha evidenziato ancora Mattarella. “L’equilibrio territoriale, del resto, è un fattore cruciale di equilibrio sociale. Anche per questa ragione la perdita di oltre 110.000 attività negli ultimi dieci anni non è questione che riguarda il solo mondo del commercio, ma i suoi effetti interpellano, perché si riverberano su di essa, l’intera società”, ha osservato ancora Mattarella. Il capo dello Stato ha ricordato che “c’è oggi un divario che penalizza le aree interne e insulari, i territori montani”. “Questo divario – ha aggiunto – frena lo sviluppo nazionale nel suo insieme”. “Il rinnovo del Contratto nazionale del terziario, ricordato dal presidente Sangalli, è un passo che va salutato in questa direzione, accompagnato da prese di posizione coraggiose contro i ‘contratti pirata’ pronunciate dal vostro presidente. Un contratto di lavoro equilibrato invera diritti e modella, per la sua parte, la società in cui viviamo”, ha concluso il presidente della Repubblica. “Saluto con soddisfazione l’annuncio che la Commissione Ue ha fatto oggi dei dazi sull’ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi: la possibilità di riaffermare in Italia l’industria automobilistica italiana, uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro paese a cui non vogliano assolutamente rinunciare”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento all’assemblea di Confcommercio. “Con la leadership di Giorgia Meloni l’Italia è tornata a testa alta ad essere nazione protagonista in Europa”, ha detto ancora Urso nel suo intervento. “Il nostro capo del governo può presiedere la riunione del G7 nella consapevolezza di avere un intero Paese con lei e di essere leader che in Europa può dare può affidabilità e continuità e l’Italia può finalmente indicare la strada giusta all’intera Europa. Abbiamo davanti a noi tanti dossier europei che dobbiamo raddrizzare. Basta alle teorie ideologiche, torni il buon senso del pragmatismo italiano anche nei dossier europei”, rimarca Urso. “E’ probabile – aggiunge – che il modello italiano diventi il modello in Europa”.

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