Non ci sarà ripresa anche quest’anno per le castagne italiane. A lanciare l’allarme è l’associazione degli agricoltori italiani, che mette in guardia sugli effetti che insetto ‘killer’ e siccità record avranno sulla quantità e la qualità del prodotto made in italy.

Produzione dimezzata e aumento dei frutti guasti del 10 per cento faranno registrare prezzi bloccato ai valori del 2010 per i produttori italiani, perpetrando così lo stato di crisi che già negli anni scorsi si era abbattuto sul settore. Un comparto che prima del crollo faceva registrare circa 46 milioni di euro l’anno di fatturato, 34.160 imprese e più di centomila lavoratori. Moltissime le denominazioni d’origine, che si concentrano nelle regioni più vocate alla castanicoltura. Di queste -conclude la Cia- tre tipi sono castagne e ben 9 marroni: tipiche del territorio toscano sono il marrone del Mugello Igp e la castagna del Monte Amiata Igp; altre due sono campane, la Castagna di Montella Igp e il marrone di Rocca Daspide; dall’Emilia Romagna viene il marrone di Castel del Rio Igp, mentre il marrone di san Zeno Dop e il marrone del Monfenera Igp sono veneti. Ancora, originari del Piemonte sono la Castagna di Cuneo Dop e il Marrone della Val Susa, mentre la Castagna di Vallerano Dop è laziale. Senza contare gli altri prodotti di qualità derivati dal castagno: a cominciare dal miele, fino alla birra e alla farina.

 

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