di Mario De Michele
Tre ipotesi. Non si scappa. La prima: Alfonso Golia ha contratto il Covid-19 ma è asintomatico altrimenti starebbe in quarantena. Da sindaco di Aversa e farmacista conosce gli obblighi dell’autoisolamento. La seconda: Alfonso Golia è impazzito. In questo caso gli serve una camicia di forza perché è pericoloso per sé e per gli altri. La terza: Alfonso Golia è totalmente sprovvisto di doti politiche e amministrative per governare la seconda città della provincia di Caserta e una delle più importanti della Campania. Propendiamo per l’ultima opzione. Innanzitutto perché auguriamo al primo cittadino normanno di godere sempre di ottima salute. Speriamo anche che non sia uscito di senno. Sarebbe un peccato. È così giovane. Sull’incapacità politica e gestionale siamo disposti a metterci la mano sul fuoco. Magari due no, non si può mai sapere, ma una sì. Di sicuro. Del resto è facile. Non serve chissà quale coraggio per dimostrare la completa inadeguatezza di un sindaco che dopo 9 mesi dall’insediamento è stato solo “chiacchiere e distintivo”, direbbe De Niro-Al Capone de “Gli Intoccabili” (Brian De Palma è sempre Brian De Palma). Un sindaco talmente inconsistente da essere meno palpabile di un ologramma. No, Alfonso Golia non è affetto da coronavirus. Non è diventato pazzo. Non è, purtroppo per gli aversani, all’altezza del compito. Nei primi mesi di amministrazione lo zainetto rosso che indossava in ogni uscita pubblica in campagna elettorale avrebbe governato meglio di lui. Purtroppo appena eletto sindaco l’ha gettato via e ha vestito i panni dell’uomo di palazzo. Il bellissimo colore rosso è stato cancellato dal grigiore del potere. Il Golia del tanto decantato cambiamento ha in pochissimo tempo mostrato il volto del Gattopardo, quello di Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Però il sindaco di Aversa ha preso troppo alla lettera le parole di Tancredi, indimenticabile personaggio del romanzo dello scrittore siciliano. Ha cambiato il cambiamento per cambiare la giunta e tanto per cambiare ha ripescato un giovane-vecchio assessore (Francesca Sagliocco) facendo a cambio con il sindaco precedente Enrico De Cristofaro. Insomma, lo slogan elettorale di Golia si è esaurito in un gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Non è cambiata nemmeno la sorte dei cittadini. Sono finiti nelle fauci dello scattante e spietato felino. Il Gattopardo sta sbranando loro e probabilmente ha ingurgitato anche lo zainetto rosso. Un fiero pasto gustoso anche per i fricchettoni Francesco Gatto, Marco Villano e per tutti gli altri radical chic dei miei stivali, animatori di cartone della fu amministrazione di centrosinistra. I figli dei fiori, o meglio i figli di papà, non potranno più atteggiarsi nei bar da 20 euro a consumazione a strenui alfieri dei valori del solidarismo e della fratellanza. Che fortuna! I bar resteranno chiusi ancor per un bel po’ per il nemico invisibile che si aggira per l’Italia. Giusto il tempo di “far finta di essere sani” (rubiamo da Gaber) e tornare a sparare cazzate come un “Bertoncelli o un prete” (Guccini for ever). E sì, perché la Sagliocco del centrodestra di De Cristofaro non è quella del centrosinistra di Golia. Si sa, la sinistra da salotto è salvifica. Purifica l’intestino. Nel senso che fa evacuare. Nel senso che… Vabbè ci siamo capiti. Un’altra new entry della giunta del cambiamento (per non cambiare nulla) è Mario De Michele. Ha tanti pregi, per carità. Ragazzo perbene e pulito. Valente avvocato. Persona a posto. Ma ha due difetti imperdonabili. Uno: è mio cugino. Su questo sorvoliamo perché è colpa mia se parte con questo handicap. Scusate la parentesi familiare, che chiudo subito, ma mi viene dal cuore rimarcare che sono fiero di essere stato nipote di Tonino De Michele. Don Antonio, scomparso lo scorso 12 aprile, è stato “Il Medico” di Cesa, ma soprattutto un uomo di un’umiltà e una bontà uniche. Ciao zio, che la terra ti sia lieve.
Il secondo difetto del neo assessore De Michele ricomprende diversi punti deboli. Mai fatto politica in vita sua. L’esperienza disastrosa di Mena Ciarmiello, Luigi Fadda e Nico Carpentiero non ha insegnato nulla? Sull’altro “tecnico”, Luisa Melillo, basta citare Leopardi: “No so se il riso o la pietà prevale”. Mai detto qualcosa di sinistra. A Mario De Michele piace il bianco. Quello con lo scudocrociato della Dc. Aborrisce il rosso. Che sarà mai? Dello zainetto di Golia si sono perse le tracce. Qualcuno l’ha intravisto nel mercato ortofrutticolo chiuso da 4 mesi. Qualcun altro nello stadio Bisceglia che l’anno prossimo sarà ribattezzato Amazzonia Stadium. Altri ancora nelle feste di compleanno del consigliere Mariano Scuotri. Si vocifera di angherie di ogni genere. Questo è troppo. Stiamo costituendo l’associazione “Salvate lo zainetto rosso”. In verità agli aversani servirebbe l’associazione “Salvateci da Cappuccetto rosso” perché con l’ingresso in giunta di Elena Caterino stanno messi peggio dei marines sbarcati in Normandia. Conoscendo la sua insipienza amministrativa i poveri cittadini saranno crivellati da tanti di quei colpi fuori bersaglio da rimpiangere i tempi del Covid-19. Sarà una strage degli innocenti. Hannibal Lecter le fa un baffo. Nel leggerissimo trolley politico di Caterino, che già per il solo fatto di essere stata sponsorizzata dal duo Gatto-Villano ha un destino segnato, c’è però un pezzo grosso: il consigliere regionale dem Stefano Graziano. L’acerrimo nemico dell’amico di partito Gennaro Oliviero avrà sicuramente gradito un bell’assessorato per la sua staffista.
L’assise perde, si fa per dire, Caterino che si è dimessa per entrare nell’esecutivo. Al suo posto Vincenzo Angelino. Altro cesano. Un exploit. Si aggiunge al neo assessore Mario De Michele e al consigliere Erika Alma. Per le imminenti comunali di Cesa il sindaco Enzo Guida, che sarà di nuovo in campo, è già in fase di allunaggio in cerca di candidati. Cosa ne pensano del rimpastino i dissidenti della maggioranza? Avevano chiesto l’azzeramento dell’esecutivo. Parole, parole, parole. Ma di Mina ce n’è una sola. E il bla, bla, bla in un periodo in cui si fa fatica a mettere il piatto a tavola è solo un ronzio insopportabile per le persone che hanno i nervi tesi come le corde di un violino. Chiamare in causa Imma Dello Iacono, Eugenia D’Angelo, Luisa Diana Motti, Francesco Forleo e Carmine Palmiero ci provoca dolori gastrointestinali. Lasciamo stare. Rischiamo di non correre in tempo in bagno. Ci rivolgiamo a Paolo Santulli: onore’, se una volta per tutte non passa dalle parole ai fatti i suoi baffi da grigi diventeranno bianchi come le spiagge di sale e rispetto a lei Matusalemme sarà un bambino in fasce. “Ora che la giunta è completa – ha dichiarato trionfalmente il sindaco Golia – si apre una nuova fase per riprendere la collaborazione e il confronto con tutti”.
I “tutti” sarebbero i consiglieri di opposizione Olga Diana, Francesco Di Palma e Giovanni Innocenti, già pronti al salto della quaglia. Cambiare tutto per non cambiare nulla. Battiato oggi canterebbe Povera Aversa: “Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni”.