In altri casi avremmo parlato di buona volontà. Ma sarebbe riduttivo. E ingiusto. La rivoluzione copernicana attuata da Vincenzo Gallozzi al commissariato di Aversa è frutto di organizzazione, competenza, preparazione ed esperienza. Peculiarità che sono la cifra distintiva del dirigente che da sei mesi è il capo degli agenti normanni. Col suo avvento c’è stata una svolta sotto tutti i punti di vista. Anche sul piano per così dire estetico. Gli uffici si presentano in modo più decoroso com’è giusto che sia per un luogo delle istituzioni. Lui non lo ammetterà mai neanche sotto tortura ma sappiamo che ci ha rimesso anche di tasca sua per abbellire l’edificio quartier generale dei poliziotti. Si chiama decoro istituzionale. Ed è doveroso garantirlo.
L’ama vincente di Gallozzi ruota attorno a un termine che nella sua accezione completa implica una serie di risvolti positivi: organizzazione. Intesa come capacità di valorizzare al massimo il lavoro degli agenti e come pianificazione per ottenere i migliori risultati possibili sul piano della prevenzione e della repressione dei fenomeni malavitosi. Solo così si può tutelare l’ordine pubblico e salvaguardare al meglio la sicurezza dei cittadini. Forse in pochi sanno che quello di Aversa è uno dei commissariati più importati e di frontiera d’Italia con un bacino territoriale enorme. Numero più numero meno parliamo di oltre 400mila abitanti.
In soli 180 giorni (si è insediato il 6 agosto 2018) il dirigente Gallozzi ha pigiato sull’acceleratore e con l’ausilio dei suoi uomini ha fissato obiettivi ambiziosi, alcuni dei quali già raggiunti, e ha posto le basi per capitalizzare il lavoro della Polizia pur dovendo fronteggiare una cronica carenza di personale. Basta un esempio concreto: il Commissariato di Aversa è tra i pochi d’Italia a stampare i porto d’armi grazie all’impegno dei validi componenti dell’ufficio amministrativo e sociale. “L’organizzazione – rimarca Gallozzi – è alla base di tutto. Bisogna darsi regole, capire i punti di forza e quelli di debolezza per rinsaldare i settori che funzionano e colmare le lacune delle aree più in difficoltà”. Organizzazione vuol dire anche pianificare pattugliamenti costanti nonostante i pochi uomini a disposizione. “Garantiamo la presenza per strada di una-due Volanti. Le unità impiegate sono sempre composte da agenti più esperti e personale più giovane per far crescere sul campo i nuovi arrivati e facilitare il trasferimento tra gli agenti delle conoscenze dei problemi del territorio”.
Il commissario Gallozzi di esperienza alle spalle ne ha. Eccome. Napoletano, del quartiere Chiaia, 57 anni, di cui 31 in polizia. Ha conseguito tre lauree e ha ricoperto diversi e prestigiosi incarichi a Napoli per oltre 25 anni. È stato dirigente della polizia amministrativa, sociale e dell’integrazione della Questura di Cremona e poi dell’anticrimine per 5 anni e commissario antiracket. Ha diretto l’ufficio studi della scuola di polizia. Per alcuni anni si è dedicato al sindacalismo in qualità di segretario generale della Uil Polizia, oltre ad aver ricoperto cariche anche di amministratore locale. Una lunga carriera costellata di successi. Durante la sua permanenza alla Squadra mobile di Napoli ha effettuato confische per centinaia di milioni euro. Ma forse il risultato di cui va più fiero, ne ha tutte le ragioni, è la brillante operazione condotta quando era dirigente dello scalo marittimo del porto di Napoli. Una delle più importati operazioni d’Europa di contrasto al traffico internazionale di armi, che si concluse con il sequestro di numerosi pezzi d’armamento. Una volta assemblati si sarebbero prodotte 3317 pistole pronte all’uso. Le armi, dirette ad Alessandria d’Egitto, dovevano finire nelle mani dei Fratelli Musulmani. Per lo straordinario risultato ottenuto Gallozzi ottenne anche il meritato “compiacimento” della Questura partenopea.
Il suo arrivo alla guida del commissariato di Aversa non è passato inosservato. La levatura umana, morale e culturale del nuovo dirigente ha fatto breccia negli agenti e li ha stimolati a dare il meglio. Come già detto la competenza territoriale della Polizia normanna è sterminata. E ogni zona si caratterizza per fenomeni spesso molto diversi tra loro. “Aversa città – dichiara Gallozzi – è una realtà diversa rispetto all’Agro. La città normanna subisce molto la vicinanza dell’hinterland a nord di Napoli, in particolare di comuni come Giugliano, Melito, Sant’Antimo. C’è una sorta di osmosi che si ripercuote nei fine settimana sulla movida. Dai dati forniti dalla Direzione distrettuale antimafia – aggiunge il commissario – emerge con chiarezza che la provincia di Caserta è ai primi posti per il riciclaggio dei proventi dell’attività illecita della camorra. Gran parte dei soldi sporchi vengono ripuliti ad Aversa. Per questo ho disposto un censimento di tutti i grandi locali che animano la movida con un giro d’affari notevole. Dobbiamo analizzare il fenomeno nei minimi dettagli per colpire gli imprenditori collusi e tutelare quelli sani”.
In appena sei mesi Gallozzi ha già un quadro chiaro di com’è strutturato il tessuto sociale normanno. “Aversa è una città culturale con un ceto sociale medio alto. Si registra un’attività associativa molto intensa. Ma in alcuni rioni si vivono situazioni di enorme disagio in alcuni strati della popolazione. In quest’ambito va riconosciuta l’opera meritoria svolta dalla Chiesa e dalla Caritas”. Molto diverse le problematiche dell’Agro aversano. “Sul fronte della lotta alla camorra – osserva Gallozzi – c’è un risveglio sociale e culturale nel mondo delle professioni e delle associazioni per il riscatto del territorio. Questo processo è stato possibile grazie alla lodevole attività svolta, negli ultimi anni e che si continua a fare, da parte di magistratura e forze dell’ordine. I clan sono disarticolati ai loro vertici. I pentiti ci aiuteranno a raggiungere altri traguardi di legalità. Ma guai ad abbassare la guardia. Rimane un territorio difficile. Si contano maggiori fenomeni di microcriminalità, in particolare lo spaccio di droga, dovuti anche al disagio sociale e all’alto tasso di disoccupazione giovanile come in tutto il Mezzogiorno. Purtroppo prevalgono modelli comportamentali sbagliati. E purtroppo diventa sempre più evidente che anche le istituzioni scolastiche sono in difficoltà”.
Ma il dirigente Gallozzi non si dà per nulla per vinto. Anzi, com’è nel suo modo di agire, è ancora più alacremente in prima linea al posto di combattimento. Non a caso in sei mesi già sono state compiute numerose operazioni. Ne citiamo solo qualcuna. Sono state sospese le licenze ad alcuni locali della movida (di recente al “Klab!” di Aversa), sono stati chiusi diversi impianti sportivi comunali per mancanza di sicurezza e sono stati arrestati estorsori e latitanti. È stata inoltre predisposta una intensa attività di prevenzione con pattugliamenti costanti del territorio con la sinergia del reparto prevenzione crimini campano.
La rivoluzione copernicana di Vincenzo Gallozzi è appena iniziata. E già i risultati sono sotto gli occhi di tutti con una maggiore percezione di sicurezza da parte dei cittadini. Come inizio niente male.
Mario De Michele