di Mario De Michele
Quando vieni aggredito da due persone a volto coperto che ti minacciano quasi soffocandoti e distruggono a colpi di spranghe il parabrezza dell’auto mentre sei a bordo ci sono nel mio caso solo due cose positive. La prima è che ne sei uscito vivo. E puoi denunciare e raccontare l’accaduto. La seconda, a mio avviso parimenti importante, è che ti viene data la possibilità di fare una cernita tra chi ti vuole bene e chi finge di volertene. E soprattutto tra i legalitari veri e quelli finti. Prima di rimettermi davanti al monitor ho atteso più di un giorno dall’aggressione che ho subito mercoledì ad Orta di Atella. Tanto, per chi mi conosce. Ma avevo bisogno di riordinare le idee. E ancor di più di avere un quadro chiaro. Ora ce l’ho. So di avere dalla mia parte tantissimi amici veri, colleghi leali, molti politici e amministratori perbene, un gran numero di lettori che mi incitano, una lunga fila di cittadini ortesi che mi sostengono. Ringraziarli sarebbe riduttivo. Le decine di telefonate e le centinaia di messaggi sul cellulare e su Fb di solidarietà e vicinanza non possono essere racchiuse in un grazie.
Mentre scrivo non trovo le parole adatte per descrivere la forza che mi hanno dato quei “sono con te”, “se hai bisogno di me sai che ci sono sempre”, “vai avanti ma riguardati”. A molti non sono riuscito a rispondere. Non avevo la testa per farlo. Cercherò di ricontattare tutti. Se lo meritano. E mi sento dal profondo di farlo. Se non riuscirò a ringraziare tutti colgo l’occasione per farlo adesso. Non dimenticherò mai chi in queste ore mi è stato accanto con un vero trasporto emotivo e una sentita vicinanza. Non è per fare un torto agli altri ma voglio citare tre personaggi pubblici con i quali ho avuto e su alcune questioni ho ancora punti di vista divergenti: Gianni Solino, referente di Libera, Valerio Taglione, responsabile del Comitato Don Diana, e Giuseppe Dell’Aversana, sindaco di Sant’Arpino. Tutti e tre nella loro veste “istituzionale” sono stati oggetto di mie aspre critiche. La loro solidarietà assume una doppia valenza. Una sul piano personale. E di questo li ringrazio. Un’altra, molto più rilevante, di natura civica. “Anche se ritengo di aver subito degli attacchi giornalistici ingiustificati e pressanti da Mario – ha dichiarato il sindaco Dell’Aversana – ritengo nel contempo doverosa la libertà di espressione ed il confronto civile nelle sedi democratiche deputate e con gli strumenti che la legge e la democrazia mettono a disposizione di ogni cittadino”.
Ecco. Una lezione di stile e di vita. Un modo concreto per onorare il ruolo istituzionale che si ricopre. Stesso discorso per Solino e Taglione. Ci possono essere punti di vista differenti. E ce ne saranno forse anche in futuro. Ma di fronte ad un attentato contro la libertà di espressione, contro inchieste degli organi di informazione quelli che ricoprono incarichi pubblici devono stare dalla stessa parte. A prescindere dal giornalista di turno. Di fronte alla violenza non possono prevalere personalismi, antipatie, distinguo. Si gioca tutti nella stessa metà campo e con la stessa maglietta addosso, quella della legalità. Sia chiaro, ciò non significa che un giornalista non sia criticabile o attaccabile. Ma se lo si lascia solo o si utilizza il bieco strumento della delegittimazione allora si è complici di chi vuole imbavagliare un cronista considerato scomodo perché mette in luce gli intrecci tra politici, tecnici, imprenditori e camorra. Si è collusi. È così che sono apparsi quasi tutti i movimenti politici e civici locali e gran parte dell’amministrazione comunale di Orta di Atella. A partire dal sindaco Andrea Villano che si è limitato a un messaggio Whatsapp: “Piena solidarietà per l’ennesimo vile gesto”. Suvvia, provi almeno un po’ di vergogna. Per un paio di giorni non si guardi allo specchio. Vedrebbe riflesso un poveretto.
Esclusi i consiglieri d’opposizione Vincenzo Gaudino che mi ha telefonato per incontrarmi, Enzo Tosti e la sua la coalizione e Vincenzo Russo assieme al Movimento 5 Stelle e al senatore Fabio Di Micco, ieri nessuno dei rappresentanti istituzionali e politici ortesi si è degnato di fare un intervento pubblico, una nota, un post Fb. Niente di niente. Silenzio assoluto. E assordante. Non me ne rammarico sul piano personale. Molti degli attuali amministratori non godono della mia stima. L’ho scritto e continuerò a farlo. Sono allergici alla legalità. Credetemi, non è una questione privata. Non stiamo parlando di Mario De Michele. Il tema politico-istituzionale-civico è tutt’altro: un sindaco, un assessore, un consigliere comunale, un politico, un rappresentante di un movimento hanno il dovere di scendere in prima linea contro le intimidazioni, le minacce, la violenza nei confronti dei giornalisti o di chiunque altro. Come hanno sottolineato Di Micco, Dell’Aversana, Tosti, Russo e Gaudino è una questione democratica, una battaglia per la libertà, prima ancora che per l’affermazione della legalità. Ma evidentemente sono concetti sconosciuti al sindaco Villano. Che ha preferito mantenere la consegna del silenzio. Ha avuto paura di ritorsioni politiche di quella parte marcia della sua maggioranza legata agli affari sporchi del sacco della città. Ha temuto che lo mandassero a casa. Schierarsi al fianco del sottoscritto, che quasi ogni giorni scrive dei crimini passati e recenti di alcuni amministratori o di esponenti vicinissimi alla maggioranza, sarebbe stato un affronto impossibile da digerire. Gli altri consiglieri, i cosiddetti giovani, si stanno dimostrando peggiori dei vecchi. Pur di non perdere la poltrona non fiatano. Chi fa la bella statuina, chi la yes woman, chi tace e acconsente, chi pensa solo ai fatti propri.
Per non parlare dei finti esponenti della minoranza come Espedito Ziello, prono e disponibile fin dal primo incontro bilaterale ufficiale con il sindaco a patto che Mario De Michele venisse boicottato e isolato. Consigliere Ziello quale sarebbe la mia colpa? Quella di aver scritto che suo padre Luigi Ziello è accusato dal pentito dei Casalesi Orlando Lucariello di “essere un referente del clan fin dagli anni ’89-90”? Ho riportato atti giudiziari. Ho fatto il mio dovere di cronista. Se ho scritto il falso, caro Espedito Ziello, mi vada a denunciare per diffamazione. Ma dovrebbe denunciare anche Lucariello. È lui che accusa suo padre di collusione con la camorra non io. Lo chiedo anche a lei signor sindaco: è colpa mia se Salvatore Del Prete, capogruppo di Campania Libera, si è spartito sonno e soldi con Angelo Brancaccio, condannato a 8 anni per 416 bis? Lo ha rivelato lo stesso Brancaccio durante un recente interrogatorio: “Salvatore Del Prete faceva parte della cupola politico-affaristica, ha intascato molte tangenti, una da 300mila euro”. Sono sempre io il responsabile del fatto che il consigliere-architetto Del Prete abbia rapporti stretti con imprenditori in odore di camorra? Se non è vero il consigliere Del Prete denunci Brancaccio. Io che c’entro? Ho solo fatto cronaca giudiziaria.
Egregio Villano secondo lei è “normale” che uno dei suoi più stretti collaboratori sia Nicola Iovinella? Come potrei omettere di scrivere che il geometra Iovinella ha dato la stura alla cementificazione selvaggia? Quale sarebbe la mia responsabilità? Dalle carte giudiziarie risulta che si accompagnava con i vertici del clan Verde di Sant’Antimo, con Brancaccio al confine della Svizzera e con Sergio Orsi, imprenditore della camorra. Sempre il pentito Lucariello accusa Nicola Iovinella di “essere stato al servizio dei Casalesi e di aver chiesto e ottenuto tangenti dagli imprenditori” durante il boom edilizio. Sindaco Villano io che ci posso fare? Dovrei voltare lo sguardo dall’altra parte come fa lei? Così come dovrei soprassedere sulle accuse del collaboratore di giustizia Luigi D’Ambrosio che definisce (è negli atti giudiziari) l’imprenditore Pasquale Garofalo “prestanome di Nicola Schiavone”, figlio di Sandokan. Non dovrei riportare che Garofalo ha sostenuto alle ultime comunali di Orta di Atella l’attuale presidente del consiglio Nando D’Ambrosio? Illustre sindaco Villano dovrei chiudere entrambi gli occhi e fingere di non vedere che ci sono “olgettine” che vanno e vengono dal municipio? Chi glielo consente? A suo parere un giornalista dovrebbe tacere del fatto che negli uffici comunali si aggirano le “commarelle” di consiglieri comunali eletti nella lista Scegli Orta da lei presentata?
Il nocciolo della questione è un altro. E lei sindaco Villano, con i suoi affiliati politico-amministrativi lo conosce bene. Mi odiate perché scrivo la verità. E la verità fa male. Mi odiate talmente tanto che per tutta la giornata di ieri non avete avuto nemmeno la dignità umana di fare una dichiarazione pubblica di (finta) solidarietà dopo una grave e violenta aggressione. Ma va bene così. Anzi è meglio così. Io mi tengo stretti gli amici veri, i colleghi leali, il presidente dell’ordine dei giornalisti, i rappresentanti sindacali, il prefetto di Caserta, i magistrati, i carabinieri e i cittadini onesti di Orta di Atella. Lei signor sindaco Villano si tenga Espedito Ziello, Nicola Iovinella, Salvatore Del Prete, Nando D’Ambrosio, Antonio Arena, le “commarelle” e le “olgettine”. Quando arriverà il momento sarà in ottima compagnia.