di Mario De Michele

In 22 anni di mestiere, svolto in modo mediocre o pessimo fate voi, non mi è mai capitata una cosa così squallida come quella che descriverò in questo lungo editoriale. Una storia talmente ignobile che relega a vita i protagonisti nel recinto dell’indecenza. Mi duole scrivere un altro pezzo sul letamaio politico e morale in cui si è trasformata l’amministrazione comunale di Orta di Atella. Credetemi. Ve lo giuro su quello che mi è più caro. Gli ortesi non meritano di essere governati da farabutti, cacciatori di quattrini e mendicanti. È intollerabile che i cittadini siano rappresentati a livello istituzionale da avvoltoi e sciacalli. Da chi ha assassinato il territorio durante gli anni del cemento e degli affari illegali fatti come sostiene la magistratura anche con la camorra. Da miserabili che hanno ancora le mani sporche di soldi accumulati sulla pelle di centinaia di proprietari in buonafede di abitazioni rivelatesi abusive. Mangioni ingordi. Banditi. Delinquenti abituali. Gentaglia disposta a vendersi la moglie (“allettata” e “sollazzata” a Caserta) pur di riempire la cassaforte di denaro. Per i Romani pecunia non olet. Gli attuali pseudo-amministratori di Orta di Atella invece emanano miasmi.

Non tutti, sia chiaro. Lo dico e ribadisco per l’ennesima volta. In massima parte i consiglieri comunali sono persone corrette. Questo è fuori discussione. Ma hanno la colpa, proprio perché sono perbene, di non tirarsi fuori dal coro di un’amministrazione pornografica. Di un’oscenità tale che Selen o Cicciolina arrossirebbero. Loro erano molto più oneste. Non fingevano di essere vergini o suore. Facevano le pornostar. Come non ammetterlo? Al contrario i componenti del cerchio tragico del sindaco Andrea Villano sfoggiano i panni della castità. Indossano vestiti puliti. Ma sotto gli abiti della festa hanno maglie sporche e puzzolenti. Il più maleodorante di tutti è per forza di cose il primo cittadino. Se la barca fa acqua da tutte le parti e galleggia nel mare dell’ignominia la colpa è in primis del timoniere. E Villano si sta dimostrando peggio di Schettino. Con quel sorrisino da bambolotto e quell’accondiscendenza di fronte a tutti e tutto ha raggirato anche me. Lo consideravo un politico inesperto. E prima della sua elezione lo reputavo un candidato sindaco che sarebbe stato in grado di governare una città difficile come Orta di Atella. Almeno con decoro istituzionale. Macché. Villano ha subito mostrato il suo vero volto di opportunista, cinico e attaccato alla poltrona.

LA ZIZZINELLA DI PEPPE ROSETO, ARCANGELO IL FACEBOOKKINO E IOVINELLA L’UOMO RAGNO AL BAR

Gli fa concorrenza il vicesindaco facente finzione Peppe Roseto. Ossequi al papà Arcangelo il “Facebookkino”, vero braccio destro del primo cittadino. Spero mi perdoniate per la premessa lunghissima. È la cornice giusta per dipingere il quadro attuale e raccontare la vicenda vituperevole di cui si è reso attore il sindaco. Che mai come stavolta è stato Villano di nome e di fatto. Ecco l’accaduto. Domenica scorsa Campania Notizie ha pubblicato un articolo a mia firma sull’incontro tra Gennaro Lettera e Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso” in un bar periferico di Orta di Atella. Lettera è il titolare della Edil Scavi, ditta che si è aggiudicata i lavori per la manutenzione della scuola media. Iovinella non ha bisogno di presentazioni. La sua fama lo precede. È noto soprattutto alle forze dell’ordine e alla magistratura. Il geometra vanta trascorsi degni di Joker.

È stato arrestato nel 2009 dai carabinieri di Orta di Atella per concussione, abuso d’ufficio e falsità ideologica in atti pubblici. Nel 2010 è stato denunciato (non arrestato come inizialmente riportato) nell’ambito dell’inchiesta “Money for nothing”. Che destino beffardo. Quando c’è di mezzo Iovinella si parla sempre di money. È stato segnalato dai carabinieri (non da quel bugiardo di Mario De Michele) in compagnia dei vertici dei Negus, sanguinario clan di Sant’Antimo. Sempre i militari dell’Arma (non quella schifezza di Mario De Michele) lo hanno scovato nell’auto di Sergio Orsi, imprenditore della camorra. Ancora gli uomini della Benemerita (non quel diffamatore di Mario De Michele) lo hanno intercettato al valico con la Svizzera con Angelo Brancaccio, “boss” demoniaco condannato per camorra. L’ex sindaco ortese era solito mettere piede in terra elvetica per riciclare tangenti.

Lo stesso Brancaccio sostiene che per recarsi presso la banca dove aveva aperto un conto cifrato ricorreva ai servigi dello chauffeur Salvatore Del Prete “Magò”, attuale consigliere di maggioranza, ora fedelissimo di Villano. A detta del mastro tangentista Brancaccio anche il suo ex sodale Del Prete intascava mazzette ed aveva un conto cifrato in Svizzera. (Ex) Egregio vicesindaco facente finzione Peppe Roseto il “Poltronista” (ossequi a papà Arcangelo il “Facebookkino”) non si vergogna a dire che scrivo sempre le stesse cose? È verissimo. Sono le stesse cose ma nel senso che sono le medesime di quelle che sbandierava lei prima di ancorarsi alla sedia di finto vicesindaco e prima di intascare una cospicua indennità di carica. Non ricorda? Ma il punto è un altro Le cose che continuo a scrivere sono vere o inventate? Lei, (ex) esimio Peppe Roseto, sa bene che sono fondate e veritiere. Solo che oggi le fa comodo succhiare dalla “zizzinella” del Comune. Un altro inciso su Del Prete “Magò”. Che c’entra il capogruppo di Campania Libera (ancora per poco)? C’entra, eccome. Lui, Iovinella, il presidente dell’assise Nando D’Ambrosio “Colombina” compongono il trio dei Liberi… Un tris che assieme a Raffaele Elveri “L’Assetato” formano il cerchio tragico di Villano di nome e di fatto.

I LAVORI PER IL RESTYLING DELLA SCUOLA MEDIA E IL VIOLENTATORE PSICOLOGICO DEI CONSIGLIERI COMUNALI

Ritorniamo all’esecrabile episodio domenicale. E spieghiamo perché il sindaco è un malcostumato. Come dicevamo Campania Notizie “quaglia” il titolare della Edil Scavi e il geometra Iovinella durante una conversazione fitta fitta al tavolino di un bar assieme a una terza persona. Pubblichiamo le foto dell’incontro. Io scrivo un pezzo in cui evidenzio da umile e infimo cronista di provincia che pochi giorni prima Iovinella era stato visto da molti cittadini sul tetto della scuola media mentre erano in corso i lavori di restyling. Gara vinta della Edil Scavi di Lettera. Una coincidenza strana e di rilievo pubblico poiché Iovinella l’Uomo Ragno in sovrappeso è nell’ordine: ricercatore e ricevitore di tangenti (lo dicono i pentiti dei Casalesi), portavoce in carica di Campania Libera (ancora per poco), assiduo frequentatore dell’ufficio tecnico comunale, strettissimo collaboratore del sindaco Villano e per finire uno dei principali sterminatori urbanistici di Orta di Atella in quanto ai tempi del sacco della città era il “dominus” dell’Utc.

Da cronista, pur con un quoziente intellettivo molto inferiore alla norma, mi sono chiesto a che titolo Iovinella si trovi sempre e comunque coinvolto in questioni che attengono ai lavori pubblici e all’urbanistica. Invece di fare chiarezza su queste strane… coincidenze il sindaco Villano di nome e di fatto si è posto un altro amletico quesito: chi ha inviato le foto a Mario De Michele? Per il primo cittadino ortese il problema impellente e grave da affrontare e risolvere era questo. Chi è il “passatore” di immagini? Per il Villano che Iovinella sia come il prezzemolo quando si tratta di opere pubbliche è cosa da nulla. Che sarà mai? Il sindaco ha il turpe coraggio di dire in giro che Iovinella si è “redento”. Di conseguenza, come avviene ormai da mesi, il problema da eliminare è Mario De Michele, “violentatore psicologico dei consiglieri di maggioranza”. Altrimenti detto il “minatore della serenità degli amministratori”. Definizione coniata dal finto esponente dell’opposizione Espedito Ziello “Cuor di leone”.

LA CACCIA ALLE STREGHE DI VILLANO DI NOME E DI FATTO

Pochi minuti dopo la pubblicazione dell’articolo di domenica Villano ha dato il via alla caccia alle streghe. Chi è l’infame che ha fornito le foto a Campania Notizie? Chi intrattiene rapporti con quel bugiardo, quella schifezza, quel diffamatore di Mario De Michele? Questa storia deve finire! Lancia in resta, elmo e scudo (ve lo immaginate?!) il sindaco ha trascorso la domenica a scovare il colpevole. Al centro del mirino è finita Giovanna Migliore di Noi Ortesi. La candidata è stata la prima indiziata per i suoi rapporti cordiali con il titolare del bar. “È stata sicuramente lei”, ha tuonato (ve lo immaginate?!) Villano. Che ha telefonato a Migliore e l’ha accusata di essere una traditrice. L’esponente di Noi Ortesi si è giustamente professata innocente. Ma il primo cittadino, ossessionato dal pericolo pubblico Mario De Michele, non le ha creduto. Le ha chiesto le prove. Chiamate incrociate a raffica.

Con il sindaco protagonista, verrebbe da dire, di una domenica bestiale. Non lo diciamo. Sarebbe disdicevole per le bestie. Più conosco gli uomini come Villano più amo gli animali. Per essere certo dell’innocenza di Giovanna Migliore il primo cittadino si è recato addirittura dal proprietario del bar. Se state leggendo all’impiedi sedetevi. Potreste restare scioccati da ciò che sto per scrivere. Come uno Sherlock Holmes di quart’ordine Villano ha chiesto al proprietario della caffetteria di visionare le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza del locale. Vi concedo un attimo per riprendervi. Ci siete? Menomale. Avete letto bene. Villano ha preteso di guardare il video per scoprire la “fonte” che mi ha passato la notizia. Dopo aver visto e rivisto le immagini con infiniti rewind ha finalmente assolto Giovanna Migliore che a differenza sua è una persona seria. La baionetta del sindaco si è spostata su un altro bersaglio. Sul banco degli imputati finisce Carmine Belardo. È lui, è lui”, ha saltellato Villano (ve lo immaginate?!). Nella giornata di ieri il nome del noto imprenditore è circolato sulla bocca di tutti. Il sindaco e i suoi affiliati lo hanno fatto passare peggio di Andrej Cikatilo, il “Macellaio di Rostov”. Per Villano e i suoi boys rispetto a Belardo il serial killer sovietico che ha confessato di aver trucidato 56 donne e bambini è un vero galantuomo.

LA TELEFONATA DELL’IMPRENDITORE CARMINE BELARDO E IL CLIMA DI TERRORE PEGGIO DI CORLEONE

L’imprenditore, anche lui a differenza del sindaco persona seria, si è sentito talmente in colpa pur non avendo fatto assolutamente nulla che mi ha telefonato stamattina mortificato e arrabbiato. “Egregio direttore, scusi se la disturbo, lei non mi conosce, sono Carmine Belardo, le chiedo cortesemente di precisare che io nella vicenda delle foto non c’entro niente. Sto ricevendo telefonate e critiche da tante persone senza alcun motivo. La mia ditta per scelta non ha partecipato nemmeno alla gara di cui lei parla nel suo articolo. Non ho alcun motivo di rivalsa nei confronti del titolare dell’azienda che si è aggiudicata i lavori, né verso il geometra Nicola Iovinella. Vorrei che lei mi desse la possibilità di professarmi totalmente estraneo a questa vicenda. Pur non conoscendola di persona mi sono permesso di chiamarla solo per amore della verità e per una questione di giustizia”. Questo in sintesi il contenuto delle parole riferitemi telefonicamente dall’imprenditore Carmine Belardo. Vi rendete conto del clima di terrore che Villano e i suoi bravi ragazzi hanno instaurato ad Orta di Atella? Un cittadino si deve giustificare per aver avuto la sola colpa di recarsi in un bar! Deve spiegare che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Perché così sono andate le cose. Proprio nei minuti in cui Belardo si è intrattenuto nel locale una “fonte nascosta” di Campania Notizie, quella vera coglioni che non siete altro, ha scattato le foto che abbiamo pubblicato.

Ne pubblichiamo un’altra da un’angolazione diversa (al centro). Abbiamo un album fotografico da matrimonio. Dementi, riguardatevi il video e noterete che Carmine Belardo non c’è nelle immagini. Anche un idiota comprenderebbe che non può essere stato lui a inviarci le foto. Nemmeno ai tempi del padrino Brancaccio sarebbe accaduta una cosa così bieca e spregevole. Neanche all’epoca dell’impero dei Casalesi un imprenditore sarebbe stato messo in queste condizioni. Neppure a Corleone quando Totò Riina era ancora in vita c’era un contesto del genere. Villano di nome e di fatto, si vergogni! E si dimetta. Per i cittadini di Orta di Atella è disonorevole essere rappresentati da un sindaco come lei.

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