di Mario De Michele

Il fidanzamento con la maggioranza del Pd casertano risale a poco prima della sua candidatura alle europee, il matrimonio sarà officiato nei prossimi giorni dal segretario provinciale facente finzione Raffaele Vitale. Pina Picierno molla la minoranza che al congresso ha appoggiato Peppe Roseto e avvia le grandi manovre per la scalata alla Regione Campania. Il divorzio tra lei e Nicola Caputo si è consumato da tempo. La corsa per un posto nell’europarlarmento, conquistato da entrambi, ha incrinato i loro rapporti. Lei avrebbe preferito concorrere da sola, con l’appoggio (i voti) di Caputo, per avere maggiori chance di vittoria. Lui è rimasto deluso dal mancato ticket con la Picierno, che ha giocato su una decina di tavoli pur di raccattare quante più preferenze possibili. In realtà, per dirla con Scanzi, grazie all’effetto Renzi, gli stessi suoi voti, forse qualcosa in più, li avrebbe presi anche un facocero (per la cronaca la Picierno è l’unica capolista a non essersi piazzata al primo posto). Fatto sta che l’idillio con Caputo è finito. Ed è subito scoppiato l’amore con la maggioranza del Pd, guidata di fatto dal triumvirato Graziano-Villano-De Michele. Lei giustificherà il salto della quaglia con l’esigenza di avviare un percorso unitario anche in provincia di Caserta dopo lo straordinario risultato del Pd alle europee. Ma in perfetto stile picierniano si tratta di un matrimonio di interesse. La sua candidatura alla presidenza della Regione prende sempre più corpo. E la collocazione nella minoranza nella “sua” federazione sarebbe sconveniente, soprattutto perché la maggioranza che sostiene il segretario facente finzione si è rafforzata con il ritorno di Carlo Marino e company all’ovile del gruppo Graziano. La storiella dell’unità non se la berrebbe neanche un bambino. Alla base del “tradimento” agli ormai ex amici della minoranza c’è una chiara operazione politica, sintetizzabile così: “Noi facciamo parte della filiera renziana “dura e pura”; Caputo e i suoi sono schierati su posizioni eretiche assieme a De Luca, Emiliano, Tartaglione e il consigliere regionale Casillo”. Il segnale a Renzi è chiaro: “Loro sono disobbedienti, noi siamo e saremo sempre tuoi servitori” (o inservienti?). Altro che unità. L’obiettivo della Picierno e della nuova-vecchia maggioranza è emarginare Caputo e il suo gruppo. L’elezione del consigliere regionale è stata una doccia scozzese anche per lei, non solo per la squadra di Graziano, che è tuttora in preda a crisi di nervi e incontrollati eccessi d’ira. Si dice addirittura che più di uno, dopo la batosta per la vittoria di Caputo, sia dovuto ricorrere allo psicologo che ha prescritto lunghi cicli di psicoterapia.

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