di Mario De Michele
Incredibile ma vero. Francesco Zaccariello, consigliere provinciale del Pdl Caserta, firma la notifica della nomina ad assessore e poi ci ripensa. “Ogni volta che si fa il mio nome come assessore – ci spiega al telefono – escono articoli denigratori sul mio conto, per cui mi prendo una pausa di riflessione per decidere se entrare o meno in giunta”.
Gli articoli di cui parla Zaccariello si riferiscono ad un’inchiesta della magistratura sul presunto appoggio elettorale del clan dei Casalesi nelle competizioni elettorali alle quali ha partecipato. “Sono certo che qualcuno nel mio partito – aggiunge Zaccariello – utilizza alcuni pseudo-giornalisti per farmi fuori politicamente. E’ un gioco al massacro vergognoso di cui sono vittima da tempo, ma ora ho deciso di dire basta anche per tutelare la mia famiglia. Da qui nascono i miei dubbi sull’incarico di assessore”.
Insomma – a detta di Zaccariello – non avrebbe più retto alla pressione mediatica pilotata da qualche suo amico(?) di partito. Ma in tal caso, non solo non dovrebbe accettare l’incarico di assessore, ma dovrebbe anche dimettersi da consigliere provinciale. Anzi, avrebbe dovuto già farlo da tempo, visto che l’inchiesta giudiziaria in questione risale a tempo fa e non è certo di oggi.
Ma c’è di più. Avendo firmato stamane la notifica della nomina ad assessore è scattata in modo immediato e irrevocabile anche la sua decadenza da consigliere provinciale (per legge le due cariche sono incompatibili). Zaccariello però non la pensa così: “Non ho firmato l’accettazione della nomina, ma solo la notifica, per cui sono ancora in carica come consigliere provinciale”.
Forse il “povero” Zaccariello non sa che la firma della notifica implica l’accettazione dell’incarico. Non a caso i funzionari della Provincia hanno già avviato l’iter per la formalizzazione della nuova giunta e per la surroga che dovrà avvenire nel prossimo consiglio. Se non entra in giunta, insomma, non potrà neanche far parte più del consiglio provinciale. Così i suoi nemici di partito avranno preso due piccioni con una fava.
Una vicenda tragicomica talmente ridicola che il Popolo della libertà casertano dovrebbe trasformare la sede politica in una sala teatrale per rappresentazioni da avanspettacolo. A otto mesi dal ritiro dalla giunta dei propri assessori, dopo una miriade di incontri ufficiali e non per designare i nuovi componenti dell’esecutivo, e dopo aver finalmente indicato i nomi a Zinzi, il Pdl è punto e a capo. Cioè nel caos. Il coup de théâtre (da cabaret) è arrivato proprio quando le diverse, diversissime, anime del partito sembrava avessero trovato un accordo sui criteri di scelta. Quali? Optare per i quattro primi consiglieri provinciali eletti.
Insomma, si era deciso di puntare sugli “interni”, sia su spinta del gruppo consiliare, sia per l’impossibilità di fare una sintesi politica tra i leader del partito. Qualcuno avrebbe voluto una soluzione mista: due “interni” e due “esterni”; qualche altro tre “interni” e uno “esterno”. Ci mancava solo che qualcuno proponesse il 4-3-3 alla Zeman.
Ma dopo estenuanti incontri e scontri, ha prevalso la linea degli “interni”. I nomi dei prescelti, i consiglieri provinciali Dello Vicario, Giaquinto, Mazzarella e il dietrofrontista Zaccariello, sono stati girati al presidente Zinzi, che puntualmente ha proceduto nella giornata di ieri alla nomina. Tutto risolto? Macché. Oggi l’incredibile ripensamento di Zaccariello. Una farsa da fare invidia al miglior Macario. Una figuraccia, l’ennesima, che getta altro discredito su un Pdl sempre più alla deriva e senza né capo, né coda. E intanto Zaccariello rischia di non fare né l’assessore, né il consigliere provinciale.
Una risata li seppellirà.