di Mario De Michele
È vero che il caldo africano di questi giorni rende tutti più nervosi e poco lucidi. È inconfutabile anche che il personaggio in questione è noto per i suoi pittoreschi e più o meno volgari eccessi verbali e gestuali. Ma stavolta Vincenzo D’Anna ha ampiamente travalicato il confine della sopportazione. Il senatore del gruppo “Alleanza LiberalPopolare Autonomie-Scelta Civica”, nome improbabile, bastava chiamarsi gruppo “Sempre pronti a occupare poltrone a destra e a manca”, ha inviato un atto di significazione ad Angelo Calabrese, direttore responsabile del quotidiano online Notix, e a Nicola Turco, editore della testata, oggi anche proprietario del gruppo Teleprima, macchina da guerra dell’informazione libera campana, che da settembre con l’inaugurazione della nuova, imponente sede sarà un polo editoriale, culturale e sociale che affosserà la comunicazione genuflessa e sempre asservita ai potenti di turno. Nella significazione, che a differenza della notificazione ha lo scopo di fornire al destinatario anche la prova della “effettiva” conoscenza del suo contenuto, D’Anna accusa Notix di aver condotto contro di lui una campagna di stampa denigratoria. E dopo la lagna per essere stato vittima (egolatria o paranoia?) per anni di un presunto accanimento da parte della testata giornalistica, il senatore invoca il celere intervento dell’Ordine dei giornalisti della Campania affinché faccia una bella sculacciata (provvedimenti disciplinari) al direttore Calabrese e all’editore Turco, chiedendone un puntuale resoconto. L’Odg in sostanza dovrebbe comunicare a D’Anna quanti schiaffoni hanno avuto sul popò Calabrese e Turco.
Siamo certi, avendo massima stima dei componenti dell’Ordine dei giornalisti, a partire dal presidente Ottavio Lucarelli, che l’organismo regionale considererà la sollecitazione del senatore come uno scherzo di Carnevale fuori stagione. E la richiesta degli auspicati quanto ridicoli provvedimenti disciplinari sarà, come direbbe Chaplin, seppellita con una risata. Ma vediamo, giusto per dilettarci un po’, di cosa si lamenta nel merito l’esponente del gruppo “Alleanza LiberalPopolare Autonomie-Scelta Civica”, meglio identificato come “Sempre pronti a occupare poltrone a destra e a manca”. Per D’Anna, che ha annunciato querela in sede civile e penale, sarebbero diffamatorie affermazioni tipo: “…non riesce ad essere onesto intellettualmente senza farsi prendere dal livore politico…”. Qual è lo scandalo? Dove sta l’intento diffamatorio? È, né più né meno, diritto di critica e di cronaca. È la democrazia, bellezza. Oppure si indigna per un titolo innocuo e giornalisticamente doveroso: “D’Anna fa sponda a De Luca per il commissario sanità in Campania…”. Qualcuno sulla faccia della Terra pensa che dietro la gestione della sanità non ci sia sempre e comunque la politica? Lei, ad esempio, non cerca di tutelare legittimamente gli interessi dei laboratori privati? E quindi in che si sostanzia la presunta denigrazione personale?
Caro senatore, le sembrerà strano, ma ci sono ancora giornalisti (ormai una riserva indiana), come i colleghi di Notix, che non fanno i lustrascarpe dei politici e cercano di informare i lettori anche descrivendo i retroscena, le cose indicibili in pubblico, le riunioni di caminetto o le tavolate a base di frittura di pesce. Egregio dott. D’Anna, se ne faccia una ragione. E non si faccia prendere dall’isteria perché le sta franando la terra sotto i piedi. Non è colpa di Notix, del direttore Calabrese o dell’editore Turco se lei politicamente è, come si usa dire negli States, “dead man walking”, “un morto che cammina”. Anzi, per onestà intellettuale e senza livore politico dovrebbe essere il primo ad ammettere di essere stato un “miracolato”. Senza San Nicola Cosentino lei sarebbe rimasto un signor nessuno, un personaggio in cerca d’autore. E a proposito dell’ex sottosegretario, ascolti un consiglio, non faccia altri danni con invettive teatrali contro la magistratura inquirente. Cosentino ha già pagato a caro prezzo la guerra che lei ha intrapreso contro i pm standosene comodamente seduto sulla poltroncina rossa del Senato, mentre lui accumulava condanne manco fosse Totò Riina. Se vuole realmente dimostrare di essere riconoscente nei confronti di Cosentino si taccia. Per sempre.