di Tanya Brancaccio

Otto anni lunghissimi. Una vita sospesa. Prima un genitore in carcere, la mortificazione, l’umiliazione. La cattiveria. Ancora oggi sogno la notte il titninnio delle chiavi del carcere. E chi lo Dimenticherà. Lo sguardo di mio padre che in silenzio mi diceva, sono innocente. Poi la cattiveria , tanta cattiveria. Poi gli amici, i tanti amici. Poi sono crollata, il dolore e l’anoressia di cui non mi vergogno. Poi il nostro paese, i nostri cittadini che lo hanno scelto nonostante tutto riabilitandolo alla vita. Oggi una sentenza (leggi l’articolo). Un punto finalmente messo. Fa male alla vigilia di Natale. Ma andiamo avanti. Noi abbiamo ciò che molti non hanno, la famiglia e la fiducia della gente che oggi ancora ci guarda e ci vuole in piedi. Io nella legge ci credo, voglio diventare un bravo avvocato e lo sarò. Asteniamoci dal giudicare, rispettiamo le persone e viviamo questo Natale con la serenità di chi ha fede e speranza in Dio. Io oggi desidero solo tanto silenzio, la prospettiva in cui vedo più chiare tante cose oggi c’è. E’ un solstizio d’inverno, il sole termina il suo giro intorno alla terra e ne ricomincia un altro. GRAZIE A CHI C’E’ STATO, A CHI C’E’, A CHI CI SARA’, STAVOLTA PER SCELTA MIA.

(Post pubblicato sulla bacheca Facebook di Tanya Brancaccio,

figlia del sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio)

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