La sanità in Campania è sempre più un disastro. Lo sa bene Alfonso Piscitelli, medico, ex Sindaco di Santa Maria a Vico e candidato alle prossime elezioni regionali con Campania in Rete, che sta spiegando alla gente le priorità del proprio programma per la Campania che verrà. “C’è bisogno – afferma Piscitelli – di un piano serio di mobilità del personale, che faccia rientrare i figli di questa terra spostatisi altrove per lavorare. C’è bisogno di un ammodernamento tecnologico e strutturale, e possiamo farlo senza tagliare sui servizi, ma riducendo sugli sprechi, le tangenti, i doppi pagamenti, purificando i bilanci delle aziende da capitali spuri e approssimativi”. Non manca, poi, la denuncia sul numero dei posti letto di gran lunga inferiori agli standard. “In Campania – aggiunge Piscitelli – lo standard effettivo è di 3,22 posti letto x 1000 abitanti, ed è inferiore alla media nazionale del 3,7. Ma non è tutto: in provincia di Caserta il dramma è ancora più grave, perché i 500 posti letto fantasma del Policlinico hanno ulteriormente ridotto il coefficiente al 2,9. E’ una discriminazione ingiustificabile, oltre che un danno economico. Infatti, se consideriamo il costo medio di un ricovero per acuti, per i quali gli ospedali ricevono un rimborso regionale di circa 800,00 euro al giorno, proviamo a calcolare quanto ci è stato sottratto: 800 euro x 500 posti = 400.000,00 euro, per un totale di 14 milioni annui rubati alla nostra provincia!” Ne ha per tutti l’aspirante consigliere regionale: dall’ormai ex Presidente della Provincia “dov’era quando uno sparuto gruppo di Sindaci ha protestato contro la chiusura di altri ospedali?” a Stefano Caldoro “dov’era quando gli abbiamo chiesto un incontro e si è negato perfino al telefono?”, passando per i consiglieri regionali casertani che, “comodamente rannicchiati nelle loro poltrone, non hanno mai alzato la voce per difendere il territorio”. “Decidere di non decidere – conclude – è stato lo stile di questo governo regionale. Questo ci ha condotti alla rovina e alla scarsa qualità dei servizi, inclusi quelli sanitari e assistenziali. Noi vogliamo che si cambi registro. Noi vogliamo decidere”.

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