Ancora rialzi per i prezzi di benzina e diesel. Lo denuncia il Codacons che, analizzando i prezzi comunicati oggi dai gestori, registra listini record. Proibitivi i prezzi in autostrada, dove in modalità servito la benzina arriva a costare 2,392 euro al litro sulla A1 (nel tratto da Roma a Milano), mentre il diesel viaggia addirittura verso 2,5 euro al litro (2,479 euro). Sulla Autostrada A4 Brescia-Padova, benzina a 2,384 euro al litro, diesel 2,449 euro al litro. “I prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall’andamento delle quotazioni petrolifere”, dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi. “Per tale motivo abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di Finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini”. Denuncia, poi, Assoutenti: “Attualmente il nostro Paese, con una media di 1,891 euro al litro, occupa la terza posizione in Ue per il prezzo più alto del gasolio, dietro solo a Svezia e Finlandia, mentre siamo al quarto posto per la benzina (1,827 euro al litro)”. “Prima del rialzo delle accise l’Italia era al dodicesimo posto in Europa per il diesel, al decimo per la benzina. Se si considerano solo le imposte, l’Italia occupa il primo posto in classifica per la tassazione sul gasolio, con ben 0,958 euro di tasse su ogni litro di diesel – denuncia l’associazione – Rispetto alla media europea, gli italiani pagano un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, +24,2 centesimi il gasolio”. I forti rialzi dei listini di benzina e gasolio avranno effetti negativi non solo sul pieno, ma anche sul carrello della spesa.

Sergio Costa

Consumerismo No Profit fa questo pronostico: “Temiano rincari a cascata con effetti sui prezzi al dettaglio stimati tra un +0,3% e un +0,6%”. Spiega il presidente Luigi Gabriele: “Carburanti più cari vuol dire maggiori costi di trasporto per l’85% della merce venduta nei nostri negozi, ma anche rincari per le tariffe di numerosi servizi. Il rischio concreto quindi è quello di gettare benzina sul fuoco dell’inflazione, già oggi a livelli elevatissimi”. Interviene il vicepresidente della Camera, Sergio Costa (M5S): “Le famiglie italiane hanno speso nel 2022 circa 513 euro in più rispetto al 2021, in media”. L’attuale scenario internazionale, l’instabilità effetto della invasione russa in Ucraina e un governo, quello italiano, che non sostiene le fasce più deboli sono congiunture che il nostro Paese non può sostenere a lungo. Noi stiamo rappresentando in tutte le sedi parlamentari che non è così che si costruisce il futuro”.

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