Strascico da 30mila euro per gli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte batte cassa con gli intenti che effettivamente sono stati alla base della nascita del partito voluto da Beppe Grillo: nessun privilegio economico per chi veniva eletto (per non più di due mandati). Ora Conte scava un solco ben avvertibile fra chi è restato fedele al Movimento e chi se n’è andato: il nuovo regolamento prevede che chi è ancora pentastellato versi il 20% dei circa 45mila euro ricevuto quale assegno di solidarietà, ovvero il trattamento di fine rapporto ricevuto alla fine del mandato. E chi invece ha aderito alla scissione? Come scrive Repubblica, per loro saranno fatte valere le regole originarie: al movimento dovranno essere versati 30mila euro. Inoltre sono previste “azioni di recupero” per chi non salda. Di Maio verrà allora inseguito fino in Medio Oriente, qualora divenisse emissario nel Golfo per conto dell’Unione europea? Per chi è ancora o entrerà nel Movimento resterà il criterio dell’auto-tassazione con nuove percentuali che vedono in calo le cosiddette “restituzioni” alla collettività: fatto salvo il tetto di 2.500 euro da versare, 2mila andranno al partito e 500 al partito, 500 alla collettività. Il fatto è che i parlamentari grillini sono drasticamente calati: ora sono 80 rispetto al record di quota 330 nel 2018.

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