CASERTA – “Lo sciopero generale di martedì prossimo, 6 settembre, indetto dalla CGIL, rappresenta un’ occasione di importanza fondamentale per tutti coloro che hanno a cuore il destino del nostro Paese. Un punto di partenza decisivo perché anche in Terra di Lavoro diventi visibile e concreto quel vento di cambiamento e di indignazione che ha investito tutta l’Europa, vento attraverso il quale i giovani, i precari, le categorie più esposte alla crisi, possano riappropriarsi della discussione pubblica e della politica, che troppo spesso parla di loro senza alcuna cognizione. La federazione Casertana di Sinistra Ecologia e Libertà, oltre alla scontata quanto necessaria adesione, parteciperà con tutte le proprie energie al corteo che si terrà nel capoluogo.” Così Pietro di Sarno, coordinatore provinciale del partito di Vendola, che continua: “Ci saremo, in tante e tanti, per dire a voce alta che il nostro Paese ha bisogno di serietà, di equità sociale, di sobrietà nei comportamenti pubblici. E’ davvero vergognoso, in un momento di crisi economica così incombente e pressante, dover essere rappresentati in Europa da un governo che, incapace persino di far di conto, sforna una manovra al giorno, tagliando e correggendo ogni giorno gli stessi propri calcoli. E’ vergognoso che il minimo comun denominatore di tutte le manovre sia la convinzione tanto determinata quanto suicida che a pagare i costi della crisi sia sempre chi già troppo ha dato ed ora è sempre più in difficoltà, le categorie sociali che, strutturalmente più esposte al progressivo impoverimento, già pagano una crisi economica causata da ben altri poteri forti”. “Una manovra depressiva – la definisce l’esponente Vendoliano – in cui nulla è previsto in termini di rilancio dello sviluppo e dell’occupazione, in cui si annunciano misure roboanti sull’evasione fiscale, salvo farle seguire il giorno dopo da intenzioni di condoni e nuovi scudi per gli evasori” “Saremo in piazza a Caserta – conclude il segretario provinciale di SEL – al fianco di giovani, precari, disoccupati e inoccupati, lavorati dipendenti, la parte pulita e dignitosa di questo nostro Paese sempre più sull’orlo del baratro.”

 

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