Si sblocca il salva creditori, arriva il semaforo verde dal Governo: sì all’emendamento per pagare al cento per cento i creditori commerciali del Comune di Napoli per il 2021. Non l’unica novità che arriva da Roma dove è in discussione il decreto milleproroghe. Il Pd ha presentato un altro emendamento – primi firmatari il vicecapogruppo alla Camera Piero De Luca e Francesco Boccia, responsabile enti locali dei dem – con il quale viene bloccata al 95% la copertura dell’Fcde – Fondo crediti di dubbia esigibilità – che invece doveva arrivare al cento per cento quest’anno. E questo consente al Comune di sbloccare immediatamente una liquidità di almeno 100 milioni. Materia ostica che vale la pena approfondire. Ma procediamo con ordine vale a dire dai creditori. «Il tema sono i servizi essenziali o assimilabili a essi. Penso alla mensa scolastica, ai servizi cimiteriali, a chi ci fornisce i progetti. L’emendamento per queste categorie, almeno per quello che riguarda le fatture emesse nel 2021, dovrebbe andare nella direzione di coprire al cento per cento la cifra del credito». Così l’assessore Baretta esattamente cinque giorni fa. E il Governo si è dichiarato favorevole con il Mef e probabilmente l’emendamento entrerà nel milleproroghe in modo da escludere tutti i creditori 2021 dal piano di rientro per essere pagati regolarmente in ordine cronologico. Una questione non di poco conto quella dei creditori che se non pagati almeno per l’anno scorso al massimo delle prestazioni erogate rischiavano di bloccare molti servizi primari.

Cosa è il Fcde e a cosa serve? La mancata riscossione di entrate previste e accertate nel bilancio durante l’anno determina la formazione dei cosiddetti Residui attivi. Si tratta di crediti che l’Ente vanta nei confronti di cittadini, enti pubblici, società partecipate e imprese ma che non riesce a incassare, sono virtuali. L’ammontare totale dei residui attivi di Palazzo San Giacomo sfiora i 4 miliardi. Il Fcde serve a coprire queste mancate entrate. Ad aggravare la situazione dei conti del Comune è stata l’introduzione di una più stringente normativa nazionale in materia contabile degli enti locali, intervenuta nel 2015, che ha comportato l’incremento esponenziale del Fondo, una misura tesa a preservare i bilanci che devono essere messi in trasparenza. Più semplicemente prima di quella data tutti i crediti vantati anche vecchi di 10-15 anni venivano inseriti nel bilancio come se fossero reali. A quanto ammonta il Fcde del Comune? Supera i due miliardi e 100 milioni. Nella sostanza si ritiene che su un ammontare di circa 4 miliardi di residui attivi non siano riscuotibili 2 miliardi e 100 milioni cioè il 53,42%. Questa cifra non riscuotibile costituisce il Fcde il cui ammontare viene sottratto alla capacità di spesa dell’Ente: più è alto il Fcde meno il Comune può spendere e più debiti deve contrarre per sostenere i servizi. In buona sostanza il Comune in quanto ente in predissesto e soggetto alla normativa speciale deve congelare ogni anno una somma tra i 100 e 200 milioni per foraggiare il fondo. Soldi veri, non titoli, sottratti alla spesa corrente. Di qui la ratio dell’emendamento del Pd che consentirebbe – se approvato dal Governo – di sbloccare grosse somme di liquidità sulla spesa corrente fino al 2023.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui