A un anno di distanza dalla foto di Vasto, il leader dell’Idv Antonio di Pietro non ha dubbi: l’immagine di lui, Vendola e Bersani, come simbolo della coalizione di centrosinistra, è ancora valida. “Noi a quella foto ci crediamo – grida dal palco del Palazzo D’Avalos – vogliamo rinnovare l’impegno di quella foto che tutti insieme ci siamo presi”.
L’Idv, ribadisce, è contro le politiche del governo Monti, ma “dobbiamo scongiurare il ritorno del berlusconismo” e pertanto serve un argine che può essere rappresentato solo da una coalizione di centrosinistra compatta soprattutto sui programmi. E al fianco di Di Pietro che prende così le distanze da Grillo e dal M5S, a chiedere a gran voce il ritorno ad una coalizione che “capovolga l’agenda del governo Monti” c’é l’altro protagonista della foto: il leader di Sel Nichi Vendola. Anche lui pensa che sia necessario ricompattare chi la pensa allo stesso modo su questioni fondamentali come la tutela dei lavoratori, la crescita del paese e i temi etici. E anche lui su un punto è altrettanto chiaro: una coalizione che si confronti sui programmi non può includere l’Udc e non può fare a meno dei dipietristi. “Se la foto di Vasto viene scattata con Casini e senza l’Idv – aveva detto poco prima Di Pietro – diventa una foto di atti impuri”. Sui centristi, il governatore della Puglia, è ancora più esplicito: con loro, scandisce le parole, c’é un problema di “incompatibilità”, perché su molti dei temi “portanti” la si pensa in modo diametralmente opposto. A cominciare da questioni etiche come la necessità di una legge sul fine vita. Bisogna, infatti, prosegue Vendola, “riappropriarsi di questioni che sono diventate proprietà di morali confessionali”. Perché, sottolinea, ogni cittadino deve poter decidere liberamente “come vivere, con chi sposarsi, con chi avere figli”. Serve insomma un centrosinistra che abbia un’intesa concreta sui programmi e che non si unisca in coalizione solo per diventare “un abracadabra che apra le porte del palazzo”. Cioé per entrare in Parlamento. Senza contare tutti gli altri appuntamenti da rispettare. “Glielo hai detto ad esempio a Bersani – chiede Di Pietro a Vendola – che va cambiata la riforma Fornero? E glielo hai detto che sull’art.18 la pensiamo in modo diverso?”. E ancora, tornando all’Udc: se poi il Pd facesse comunque un’alleanza con Casini, “quanto meno – ribadisce il leader dell’Idv – di diritti civili non dovrebbe parlarne”. Ma perché si “rinverdisca” la foto di Vasto, come dice Di Pietro, ci sono dei ‘paletti’ da rispettare. E ad elencarli è il presidente della regione Emilia Romagna: uno dei pochi esponenti del Pd a Vasto insieme ad Arturo Parisi, che però precisa di partecipare all’incontro “a titolo personale” e a Debora Serracchiani. “Prima di tutto – osserva Errani – ci vuole rispetto e capacità di ascolto e poi è prioritario il rispetto nei confronti del Capo dello Stato”. E quando, invocando Napolitano, parte dalla platea qualche fischio, Di Pietro assicura: “Non abbiamo mai voluto offendere il presidente della Repubblica, ma ognuno deve fare il proprio mestiere”. Come a dire che sul lavoro dei magistrati nessun altro potere ha il diritto di interferire. Ma se la politica torna a parlare di ‘coalizione’, spiega qualche sherpà presente a Vasto, è forse perché si è capito che molto probabilmente si tornerà a votare con il ‘Porcellum’ rivisto e corretto. A molti, si ribadisce nella tavola rotonda coordinata dal giornalista Marco Damilano, andrebbe bene il maggioritario con doppio turno, magari con l’elezione diretta del presidente della Repubblica come ripropone timidamente Gaetano Quagliariello. Ma alla fine i partiti hanno deciso “solo di perdere tempo”, come afferma Parisi che parla di una riforma “sequestrata dalla sentenza della Consulta” che impedì il referendum pro-Mattarellum e “da tre partiti” che non ne hanno parlato “certo in Parlamento”, come dichiara invece Pancho Pardi (Idv). Così Idv e Sel rilanciano l’idea della coalizione riaprendo la porta al Pd. E a Bersani che si mostra scettico sulla ‘resipiscenza operosa’ di Di Pietro (“l’ho visto spesso fare passi indietro”), il leader Idv tranquillizza: Bersani sia sereno perché oggi non è stato fatto un passo indietro, ma tre in avanti”. Ottimismo condiviso da Vendola: “La foto quest’anno sarà anche più povera, ma il vocabolario è senz’altro più ricco. Oggi c’é un clima nuovo”.