L’Italia ha fatto “scelte coraggiose come la rinuncia all’autorità monetaria” e l’ingresso nel’euro, secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma altre scelte sono “mancate”. Nel suo intervento video al forum Ambrosetti di Cernobbio, il capo dello Stato torna a parlare del problema del debito pubblico

e dell’urgenza di un intervento per fare fronte alla crisi. Dunque Napolitano esorta maggioranza e opposizione a unirsi in un impegno comune per dare il via alla manovra. “Si è ritardato ed esitato ad affrontare il vincolo che doveva essere allentato e sciolto dell’indebitamento pubblico. La conseguenza – ha aggiunto il Capo dello Stato – è che nei 10 anni dall’ingresso dell’euro” si è sentito questo peso. Ma garantisce: “Facciamo e faremo quel che dobbiamo per ridurre il debito. Lo dobbiamo alle generazioni future”. Poi, in merito al futuro del governo dice: “Finché c’è un governo che ha la fiducia del Parlamento, comunque agisca, io non posso sovrappormi non solo di fatto, ma nemmeno con l’idea di un governo diverso”. Crescita rallentata fino al ristagno. ”Negli ultimi 10 anni la crescita è rallentata fino al ristagno – sostiene Napolitano – Sappiamo e diciamo apertamente che in particolare nell’ultimo decennio la crescita dell’economia italiana è rallentata fino a ristagnare, è stata inferiore al pure non elevato tasso medio europeo, ha rispecchiato un andamento non positivo della produttività”, ha detto ancora il presidente che ha tenuto a precisare che nelle celebrazioni dei 150 anni non ci sono stati solo ”motivi di orgoglio, ma anche una riflessione critica forte su quello che non è stato risolto”, sui ”nodi gravi da sciogliere”. Uno di questi riguarda proprio il debito pubblico del Paese. Impegno comune. È necessario un “impegno comune” di maggioranza e opposizione per approvare al più presto la manovra bis in Parlamento, è stato il monito lanciato dal presidente della Repubblica. Il decreto di Ferragosto, ha sottolineato il capo dello Stato, sta vivendo una “discussione travagliata”, ma bisogna chiudere l’esame parlamentare anche “prima della scadenza dei 60 giorni” del provvedimento. “È necessaria – ha aggiunto Napolitano – chiarezza e certezza nell’impegno per ottenere i risultati. Altrimenti – ha sottolineato il capo dello Stato – si finirebbe per cadere in situazioni in cui il nostro Paese vede riemergere e pesare su di sé antiche diffidenze”.

 

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