Si apre uno spiraglio di luce per i titoli di Stato italiani, con i Bot, oggi in asta nel penultimo collocamento dell’anno, che dopo la stretta di bilancio del governo Monti hanno visto una forte domanda e un crollo dei rendimenti dopo i record dei mesi passati.
Ma i mercati vanno in negativo dopo l’euforia iniziale e gli esperti invitano alla prudenza: il vero test e’ domani sui Btp, e gli acquisti di oggi sono stati fatti anche da molte banche con il pieno di liquidita’ che hanno appena fatto alla Bce. Il Tesoro ha pagato in media un tasso del 3,251% per vendere nove miliardi di euro di Bot semestrali: la meta’ del 6,504% record che aveva dovuto concedere agli investitori per convincerli a comprare il mese scorso. E dopo mesi di cattive notizie e’ andata bene anche per i Ctz, collocati al 4,853% contro il 7,814% di un mese fa. La domanda e’ stata robusta, per con oltre 15 miliardi chiesti dagli investitori contro i nove offerti dal Tesoro. Dati commentati con ”soddisfazione” dal primo ministro, Mario Monti, nel corso del Cdm odierno.
Un buon viatico per l’appuntamento di domani e per l’inizio del 2012, anno in cui l’Italia dovra’ vendere agli investitori oltre 400 miliardi di euro di debito. Per economisti e analisti la ‘manovra’, con i suoi interventi sulla spesa previdenziale, ha invogliato molti investitori a comprare. Hanno comprato gli istituzionali, come i fondi pensioni, alcuni dei quali erano fuggiti dal debito italiano. ”I risultati di oggi danno un segnale positivo in vista dell’asta sul tre e dieci anni domani”, dice Luca Cazzulani, vice-capo della strategia dei bond di Unicredit. ”Gli investitori retail dovrebbero aver dato un contributo positivo alla domanda grazie al Bot-Day”, spiega l’analista. L’asta di oggi era la prima ad avere regolamento fissato nel gennaio 2012, un anno difficile perche’ l’Italia dovra’ convincere i mercati a finanziare 440 miliardi di debito pubblico, con emissioni nette per 50 miliardi solo a gennaio.
Luca Mezzomo, responsabile della ricerca sui bond di Intesa Sanpaolo, spiega che da questo punto di vista l’asta di oggi ha avuto un risultato ”molto buono” ed e’ stata ”un appuntamento importante, in avvio di un mese che puo’ determinare il successo”. Ma dopo lo schiaffo che negli ultimi mesi gli investitori hanno dato all’Italia, appesantita da 1.900 miliardi di debito pubblico e diretta verso una nuova recessione, nessuno si nasconde le difficolta’. A migliorare (nelle aste come sul mercato secondario, dove lo spread sul due anni e’ in discesa a 480 punti) sono infatti i titoli di Stato a breve, in Italia come in Spagna.
Molte banche, che all’asta oggi hanno acquistato a piene mani, hanno reinvestito nei Bot i soldi (489 miliardi di euro in tutto nell’area euro) ricevuti dal prestito a tre anni dalla Bce: data la scadenza di soli sei mesi, quei Bot non presentano il minimo rischio. C’e’ una marea di liquidita’ in giro, come dimostra il nuovo record segnato dai 452 miliardi di euro depositati ieri alla Bce dalle banche. Ma, al contrario, ”per i titoli a lunga scadenza c’e’ sempre il rischio di potenziali perdite di fronte a movimenti avversi dei mercati”, spiega Mezzomo. Forse anche per questo, dopo l’euforia iniziale, le borse hanno ripiegato in negativo, il tasso del Btp decennale e’ tornato sopra il 7% e lo spread oltre 510.
”L’effetto Bot sembra ormai essere svanito”, dice Angelo Drusiani di Banca Albertini Syz, aggiungendo che a pesare sul differenziale sono in particolare ”i timori per l’asta di domani e il fatto che la Bce non stia piu’ sostenendo i titoli di Stato italiani sul secondario”. Ma non tutti sono pessimisti: ”La prossima fermata e’ l’asta di domani, e i risultati di oggi sono un buon auspicio”, dice l’analista David Schnautz di Commerzbank.