Tre giorni dopo le critiche ai vertici di Fiat, Diego Della Valle attacca ancora. Il passo indietro sul piano Fabbrica Italia ”e’ una vergogna”, si tenta di ”far passare per normale che un impegno preso con il Paese sia diventato un pour parler”, dice ospite di Gad Lerner a L’infedele su La7.

”Nulla di personale”, puntualizza. Nessun nesso con i progetti in Rcs, dove ”la volonta’ e’ di crescere”, e’ gia’ ”cresciuto molto” nell’azionariato, e non e ”mai stato tranquillo e contento come ora”. Di Fiat, Della Valle avverte che il Governo deve occuparsene ”oggi”, altrimenti ”dovra’ occuparsi tra qualche mese delle rogne che potrebbe lasciare”. Consueto stile tagliente, parole nette, il presidente di Tod’s sottolinea che ”la famiglia Agnelli non e una famiglia normale”, ha ”degli obblighi” verso Paese e lavoratori da cui ”ha avuto un aiuto grandissimo”. Per quello che ”si e’ fatta dare” potrebbe essere considerata ”una azienda pubblica”. L’ad Sergio Marchionne oggi dovrebbe ammettere di aver ”presentato un piano che non va bene”, avere ”la voglia ed il dovere” di presentarsi ”con un piano diverso, e dire: siamo qua, fin da domani mattina rassicuriamo le persone che lavorano sul comportamento che terremo”: per Della Valle sarebbe ”giusto e saggio”.

Invece, aggiunge, ”quello che si percepisce e’ che dopo averla sparata grossa, magari perche’ allora era comodo farlo, se ne stanno andando alla chetichella” per poi dare la colpa ad un Paese ”non all’altezza della competitivita”’. Mentre ”la famiglia Agnelli dovrebbe mettere le mani in tasca, evitare di farsi dare dei dividendi come fanno tutti gli imprenditori seri quando le loro aziende hanno dei problemi. E investire quello che serve nell’azienda”. E per il resto, ironizza il presidente di Tod’s, ”torni a fare quello che ha sempre saputo fare meglio: sci, vela e golf”. Il presidente di Fiat John Elkann? ”Yaki lo conosco da quando era bambino”, e ”mi costa fatica discutere con un ragazzo che potrebbe essere mio figlio, avrei preferito parlare con suoi parenti e mi sarei sfogato di piu”’: e’ ”un ragazzo giovanissimo” che ”ricopre un ruolo che non ha l’esperienza di poter ricoprire”, cosi’ fa ”degli errori”, dice Della Valle.

Le critiche lanciate venerdi’ hanno aperto un dibattito, e innescato un pressing sull’azienda per avere risposte sul futuro degli stabilimenti, del piano di investimenti da 20 miliardi che era stato annunciato per l’Italia. Tre giorni dopo, ancora ”nessuno dell’azienda risponde – sottolinea l’imprenditore marchigiano -. C’e’ un governo che vuol sapere delle cose. Sento di un ministro che aspetta trepidante accanto al telefono. Ma e’ questo il modo di avere rispetto per il Paese. Questo e’ il modo per dimostrare correttezza?”. Un cenno anche all’amicizia con Luca Cordero di Montezemolo. ”Siamo compagni e non compari, la nostra e’ una amicizia d’acciaio, il fatto che la pensiamo diversamente vuol dire che ragioniamo ognuno con la sua testa”; ma ”e’ sicuro che la pensiamo diversamente? Ama il mercato, apprezza l’impresa vera italiana, molte cose le condividiamo”.

 

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