E’ ”provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con Ruby in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilità, quali gioielli”. Lo scrivono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi.
Il tribunale di Milano ha ritenuto che “la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento” di Ruby “nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore” scrivono i giudici. ”Risulta provato (…) che il regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne fosse proprio Berlusconi, il quale dava via al c.d. bunga bunga in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i decidere dell’imputato”. “Proprio la cronologia degli accadimenti oggetto del presente processo ed il chiaro contenuto dei dialoghi captati convergono nel fornire la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della consapevolezza dell’imputato della minore età” di Ruby. ”Deve ritenersi” che il premier ”intervenne pesantemente sulla libertà di autodeterminazione del capo di gabinetto e, attraverso il superiore gerarchico, sul funzionario in servizio quella notte in Questura (…) al fine di tutelare se stesso, evitando” che Ruby ”svelasse l’attività di prostituzione” ad Arcore. Silvio Berlusconi ha una ”capacità a delinquere (…) consistita nell’attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010 attuata anche corrispondendo” a Ruby ”e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro” si continua nella sentenza. Quando era premier e telefonò al capo di gabinetto della Questura per chiedere la liberazione di Ruby, ”non ha esitato ad asservire la pubblica funzione ad un interesse del tutto privato (…) ossia il complessivo funzionamento di un sistema prostitutivo” ad Arcore. “Berlusconi, abusando della propria qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, ha costretto Pietro Ostuni a dare disposizioni ai funzionari della Questura di Milano di rilasciare” Ruby, “affidandola a Minetti Nicole”, aggiungono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza a carico dell’ex premier.