“Non c’e’ proprio niente da festeggiare nell’accordo raggiunto ieri sulla chiusura di Termini Imerese. Stiamo parlando di un funerale, non di un lieto evento. Bisognerebbe piangere e chiedere conto di questo disastro, non brindare”. Lo scrive sul suo blog il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: “Capisco che i sindacati, anche la Fiom, abbiano dovuto firmare l’accordo perche’ i lavoratori, abbandonati da tutti, possano almeno essere accompagnati alla pensione.

Ma non possiamo fare finta che questo risultato sia positivo per qualcuno, a parte Marchionne e gli azionisti Fiat”. “Certo – prosegue – non possono festeggiare i 640 lavoratori che di qui alla pensione, tra sei anni, dovranno cavarsela con circa 460 euro al mese. Poteva andargli pure peggio, ma questa non e’ una grande consolazione ne’ un modello innovativo di politica sociale e industriale. Temo che avranno poco da fare festa anche gli operai che resteranno in fabbrica, assunti dalla Dr Motors della famiglia Di Risio, quella presentata dal ministro dello Sviluppo economico che dovrebbe rilevare lo stabilimento. De Risio, che io come molisano conosco bene, non sta pagando da mesi i suoi dipendenti e non vorremmo che fosse di nuovo una di quelle fregature ai danni dei lavoratori che tante volte abbiamo visto in questi ultimi anni. Meno di tutti puo’ festeggiare l’Italia, che vede la sua principale azienda privata sganciarsi e alzare i tacchi dopo aver spremuto come un limone lo Stato, senza che nessun governo, ne’ quello precedente ne’ questo, abbia mosso o muova un dito per impedirlo”. “La Fiat – sottolinea Di Pietro – sta chiudendo stabilimenti uno dopo l’altro per spostarli dove gli conviene: in Polonia la Ypsilon che doveva essere prodotta a Termini Imerese, in Canada la Thema che il governo italiano dovra’ comprare, la Irisbus di Avellino e la CNH di Imola hanno gia’ chiuso, la Maserati di Modena seguira’ prestissimo. Di nuovi modelli non se ne vedono. Marchionne riesce a riempire le tasche sue e degli azionisti in tutti i modi tranne quello giusto: produrre macchine che funzionano e riuscire a venderle. Noi dell’Italia dei Valori rispetteremo il voto dei lavoratori di Termini Imerese, ma insisteremo per sapere quali inconfessabili accordi ci siano stati ieri”. “Da questo governo – conclude il leader IdV – ci aspettiamo che rialzi la testa, difenda gli asset produttivi italiani, impedisca la prosecuzione di questa macelleria sociale, restituisca dignita’ e democrazia al lavoro e ai lavoratori. Non che prosegua sulla china di Berlusconi e dell’ex ministro Romani”. “La Fiat -sottolinea Di Pietro- sta chiudendo stabilimenti uno dopo l’altro per spostarli dove gli conviene: in Polonia la Ypsilon che doveva essere prodotta a Termini Imerese, in Canada la Thema che il governo italiano dovra’ comprare, la Irisbus di

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