Continua a calare l’occupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, durante un’audizione alla Camera. “A fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre mesi del 2011, l’occupazione giovanile ha subito una flessione del 2,5% (circa 80 mila unità)”.
Nello stesso tempo, ha poi sostenuto, “il tasso di disoccupazione dei giovani tra 18 e 29 anni è sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Tuttavia – ha sottolineato infine – se si considera la fascia di età 15-24 anni, come proposto dall’Unione europea, la disoccupazione sale al 31%, la più alta dopo la Spagna”. In italia lavora meno di una donna su due e solo il 30% al Sud, nonostante dal 1995 al 2008 si sia assistito a un aumento quasi ininterrotto dell’occupazione femminile, ha detto Giovannini, che ha aggiunto: “Le donne continuano a essere occupate in lavori precari più frequentemente degli uomini e permangono in condizioni di precarietà più a lungo nel tempo”. “La distanza dell’Italia dai principali Paesi europei nei tassi di occupazione, nonostante i progressi compiuti – ha sottolineato – resta estremamente elevata: circa 16 punti in meno rispetto a Francia e Spagna. Specularmente il tasso di inattività delle donne italiane rimane tra i più alti in ambito europeo, determinando un’incidenza relativamente modesta della disoccupazione femminile e pari a 9,6%, un punto al di sopra della media nazionale, anche se con una punta del 15,4% nel Mezzogiorno”. Per definire le strategie complessive per l’occupazione, secondo Giovannini, “è necessario, quindi, affrontare le criticità del rapporto delle donne con il mercato del lavoro”. Esiste, ad esempio, una difficoltà delle donne a permanere sul lavoro in concomitanza con una gravidanza”. Le ‘dimissioni in bianco’ “hanno riguardato 800 mila donne nel corso della loro vita”.