“Se per Berlusconi passa la decadenza dal Senato, i parlamentari del Pdl si dimettono”. Per acclamazione, i gruppi congiunti del partito berlusconiano sposano la linea dura decisa in un vertice pomeridiano a Palazzo Grazioli, si schierano con il loro leader e mettono una bomba ad orologeria sotto il governo Letta. Bomba che dovrebbe scoppiare il 4 ottobre quando la Giunta per le elezioni sarà chiamata a votare sull’estromissione del Cavaliere dal Senato. Il Quirinale per ora attende. In un comunicato Giorgio Napolitano fa sapere che si riserva di “verificare con esattezza” le conclusioni dell’assemblea dei parlamentari Pdl.

Operazione che il Pd bolla come “irresponsabile pagliacciata”. Il segretario Guglielmo Epifani rincara la dose: “Le decisioni e i toni incredibili usati oggi dal Pdl sono l’ennesima prova di irresponsabilità nei confronti del Paese”. “Nessun problema – dice invece il 5 Stelle Nicola Morra – voteremo la loro decadenza”. E il ministro Dario Franceschini commenta: “Mentre il Presidente del Consiglio parla alle Nazioni Unite e lavora per rafforzare la credibilità internazionale del nostro Paese, mentre affrontiamo emergenze di ogni tipo e sono in arrivo scadenze che impongono scelte finanziarie coraggiose e difficili, ci troviamo di fronte a parole e gesti di una gravita assoluta. Se qualcuno pensa che siano forme di pressione sappia che sono pressioni a vuoto”. “Il principio dei parlamentari del Pdl sulla decadenza di Berlusconi è quello del muoia Sansone e tutti i Filistei: se decade lui devono decadere tutti”, incalza il candidato alla segreteria del Pd Pippo Civati.

 

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