L’appuntamento e’ fissato per le 18,30. Domani Pierluigi Bersani vedra’ Mario Monti a palazzo Chigi e sul tavolo ci sara’ l’agenda di governo, in particolare le liberalizzazioni, il mercato del lavoro e le riforme. “Il Presidente del Consiglio ha chiesto di vederci – spiega il segretario del Pd – e sentiremo innanzitutto cosa ha da dirci”.

Quanto al Pd, Bersani affrontera’ il tema delle liberalizzazioni e del mercato del lavoro, senza dimenticare le riforme, su cui il partito ha da tempo avanzato alcune proposte e propone tempi brevi per l’esame dei provvedimenti. “Sulle liberalizzazioni – afferma Bersani – chiediamo che si proceda a tutto campo. E’ inutile, ad esempio, insistere solo sul commercio al dettaglio, che ha gia’ liberalizzato molto, mentre passa in secondo piano un tema importante come il commercio all’ingrosso”. Per il leader Pd “e’ importante dimostrare che le liberalizzazioni si fanno ‘a bevuta pari’ come si dice dalle mie parti, dove ai braccianti si distribuiva da bere in recipienti che distribuivano a tutti la stessa quantita’”.

Per esempio, spiega Bersani, “i commercianti hanno gia’ dato, mentre ci sono altre categorie che non hanno ancora dato un’unghia. Non e’ possibile che chi ha piu’ soldi e puo’ fare lobbismo resti fuori”. I veri punti da cui partire, “se si vogliono aiutare i consumatori nell’immediato, sono benzina e farmaci. E poi tutto il resto: banche, professioni, trasporti. Ma il nocciolo piu’ consistente sono benzina e farmaci”. Comunque, “noi abbiamo le nostre proposte di un anno fa, che sono ancora valide, e a quelle si deve aggiungere la relazione dell’Autorita’ antitrust, li’ ci sono gia’ parecchie cose che si possono e si devono fare”. Quanto al mercato del lavoro, Bersani ricorda la proposta del Pd e quella di Nerozzi: “si deve approfittare del tavolo sul lavoro con le parti sociali per affrontare il tema del lavoro, che deve partire dal problema dell’occupazione”. “Noi – ricorda il leader Pd – proponiamo che per i primi tre anni ci sia un contratto di ingresso, che diventa sempre piu’ oneroso rescindere, e che poi si passi a un contratto a tempo indeterminato con forti incentivi per l’azienda che assume. Cosi’ facendo, stando attenti agli interessi dei lavoratori e delle imprese, si deve andare verso un costo del lavoro sempre piu’ pesante per i contratti precari e sempre meno per i contratti stabili. A questo vanno affiancati gli ammortizzatori sociali per i quali si deve prevedere una riforma”. Accanto a questo, ovviamente ci sara’ anche il capitolo delle pensioni, per il quale il Pd chiede da tempo una correzione delle norme per chi ha perduto il lavoro e non ha ancora l’eta’ pensionabile.

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